I rioni di Roma: Rione Sant’Angelo, al Ghetto
Una passeggiata al Ghetto di Roma è una di quelle cose che va assolutamente fatta quando si visita al città.
Sapete perché mi piace tanto Roma? Perché ha tanti angoli da scoprire, non importa quante volte torniate in città, ogni volta saprà offrirvi qualcosa per voi di inedito. Al vostro primo viaggio nella Capitale potete anche accontentarvi del giro classico, ma tornando cercate la Roma dietro l’angolo, quella che molti turisti, impegnati a fotografare quello che possono trovare in qualunque cartolina, non riescono a vedere. Il Ghetto invece, grazie alla sua posizione può tranquillamente essere inserito anche in un circuito di visita a Roma di due giorni.
Rione Sant’Angelo, il ghetto
A Roma lo chiamano il Getto, perché è qui che papa Paolo IV stabilì confinò gli ebrei romani.Il Getto di Roma è uno dei più antichi del mondo. Fu istituito nel 1555, circa 40 anni dopo quello di Venezia, che è il più antico in assoluto. Sarebbe più corretto chiamarlo Rione Sant’Angelo che prende il nome dalla Chiesa di San Angelo in Pescheria, a Portico d’Ottavia. Il Rione è situato tra il Tevere e il Campidoglio che ancora conserva inalterato parte del cuore medievale della città di Roma.
Una delle cose più belle è quella di camminare, di lasciarsi trasportare dai passi ed esplorare vicoli e stradine cercando “il particolare” e poi nelle pause scoprire i tanti sapori che sa offrire, dalla torta ricotta e visciole ai carciofi alla giudia.
Il momento migliore per camminare è la mattina presto, diciamo prima delle otto, quando la città inizia a risvegliarsi. E’ per questo che a chi mi chiede consigli dico sempre che chi cerca un albergo non deve guardare il numero di stelle, ma la posizione. Pensate che fino a qualche anno fa non c’erano ancora neppure un albergo al Ghetto di Roma.
I visitatori non avevano la possibilità di soggiornare qui e godere uno degli aspetti più belli che offre il rione. Ovvero scendere a fare una passeggiata nella città ancora assonnata e poi rientrare in hotel per fare colazione e poi uscire di nuovo, magari per riscoprire il rione in compagnia di una guida che vi aiuterà a capire quello che le pietre raccontano. Sono storie che dal medioevo arrivano fino a toccare la storia più recente.
La Sinagoga di Roma, il Tempio Maggiore
Il giro non può che iniziare dalla Sinagoga, il Tempio Maggiore, costruito in stile assiro-babilonese (e un tocco di liberty) tra il 1901 e il 1904. Grande, alta e imponente, la sinagoga romana si impone sul paesaggio che si può ammirare da ogni punto panoramico della città.
Da qui inizia un viaggio a ritroso nel tempo alla scoperta degli angoli medievali di Roma. Un esempio è la Casa dei Vallati, un palazzetto del ‘300 in parte ricostruito che attualmente ospita uffici comunali, così come il vicino ex albergo della Catena.
Dalla Sinagoga al Teatro Marcello
Da qui si ha una prima panoramica sui resti adiacenti al teatro di Marcello, tra i quali emergono le tre colonne bianche del tempio di Apollo Sosiano – il cui frontone è custodito al Museo Centrale Montemartini – e il Portico d’Ottavia. Edifici di epoca Romana, che grande importanza ebbero nel periodo medioevale.

E’ qui che in epoca medioevale che si svolgeva il mercato del pesce ed è qui che veniva accatastate teste, lische e altri scarti di pesce che le donne ebree venivano a raccogliere per preparare il brodo di pesce, un piatto molto apprezzato ancora oggi nei molti ristoranti tipici della zona. Pesce che ha dato anche il nome alla chiesa di S. Angelo in Pescheria e che a sua volta dà il nome al rione.
Dal Portico d’Ottavia alla Fontana delle Tartarughe
Proseguendo su via Portico d’Ottavia girate poi sulla destra per via della Reginella, una strada da percorrere senza fretta e soffermarsi ad osservare le botteghe artigiane ancora esistenti. La strada termina in una piazzetta deliziosa, piazza Mattei i cui palazzi incastonano una delle fontane più belle della città: la Fontana delle Tartarughe.
Da qui si prosegue per via dei Funari, dove sorge la chiesa di S. Maria dei Funari, da notare il campanile, costruito sui resti di una torre medioevale. La chiesa vale una visita, soprattutto per la presenza di opere di celebri artisti del manierismo romano.
Da Piazza Margana al Portico d’Ottavia
E’ medioevo anche nella vicina piazza Margana con la Torre dei Margani (XIV sec.) che ingloba resti di un antico porticato romano, come lascia intuire la colonna con capitello ionico che fa capolino nella facciata.
Da qui, per la via omonima si torna verso il teatro di Marcello, scendendo le scale e percorrendo il suggestivo cammino tra resti archeologi si torna al Portico d’Ottavia. A questo punto la passeggiata vi avrà stimolato l’appetito: siete nel posto giusto, non so se il migliore hotel di Roma si trovi da queste parti, ma sicuramente non rimarrete delusi delle trattorie e dei ristoranti che propongono cucina romana e kosher . Da provare il famoso “carciofo alla giudia”.
Una visita al ghetto può essere anche l’occasione per ampliare il giro anche al vicino quartiere di Trastevere
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