Il sottosuolo del Lazio ha una grande energia sopita, frutto degli antichi vulcani, che si manifestano attraverso il fenomeno delle solfatare, tra queste la Solfatara di Monterano.

Si lo so che quando si parla di Monterano la prima cosa che viene in mente è la celebre città morta, forse la più famosa del Lazio, ma è proprio lungo il Fiume Mignone, ai piedi della rupe tufacea dove sorgono le rovine del borgo fantasma, che si può scoprire questo fenomeno naturale.

Perché una solfatara proprio a Monterano
La risposta va cercata molto indietro nel tempo, quando da queste parti dominava il vulcano Sabatino, la cui conca oggi è occupata dal Lago di Bracciano. Capite quindi che quando dico indietro nel tempo non esagero, le attività che vediamo oggi sono quello che ancora riesce a fare quello che fu il vulcano Sabatino, che poi è anche lo stesso che ha dato origine alla caldara di Manziana, di cui vi ho già parlato.
La solfatara di Monterano sorge in una zona un tempo utilizzata anche per cavare lo zolfo che qui era molto abbondante. Pensate che nel 1814 è stato stimato che l’attività estrattiva quotidiana nella riserva era di circa un tonnellata di zolfo. Nella riserva non si estraeva solo zolfo ma anche pirite, ferro, allume e marcassite.

Ora non sto qui a farvi una lezione dettagliata di geologia, anche perché non è la mia materia, mi limito a dirvi che tutto intorno la presenza di queste sostanze danno una colorazione particolare alle rocce. Mentre l’acqua si colora di bianco per via delle concrezioni di zolfo che, risalendo in superficie, si ossida e si deposita sulle rocce. Ci sono poi anche le alghe che contribuiscono alla loro colorazione.
Acqua calda o fredda?
La solfatara di Monterano rientra tra i siti del patrimonio geologico del Lazio e, come ogni solfatara che si rispetti, ha delle sorgenti di acqua con forti emanazioni di vapori di gas, l’odore è inconfondibile.
Quando vedete ribollire l’acqua la prima cosa che ci si chiede è quale sia la temperatura: calda, anche se a dare l’idea dell’acqua che bolle sono i gas, la temperatura della sorgente che dà origine alla Solfatara di Monterano è di circa 26°C.

La flora della solfatara Arrivando qui la prima cosa che colpisce è come il verde lasci improvvisamente il posto ad una sorta di deserto infernale, tutta colpa dei sali solfatici che impediscono lo sviluppo della vegetazione, ma questo solo in corrispondenza dei punti di fuoriuscita. La situazione ambientale della solfatara rende la flora del luogo molto particolare, basta infatti allontanarsi un po’ e troviamo alcuni tipi di licheni – che qui trovano un particolare microclima – e piante spontanee come la Poa annua, l’Agrostis canina e il Paspalum distichum.

Spostandosi ancora un poco – e arrivando in corrispondenza della confluenza con il torrente Bicione – si trova anche una boscaglia ripariale di ontano, salice bianco e nocciolo
Gli abitanti della solfatara, la fauna
Parlando di fauna troviamo animali diversi a seconda della zona dove ci si trova, all’interno della solfatara La fauna acquatica è costituita da insetti che qui vivono allo stato larvale come i Ditteri Chironomidi, lo “scorpione d’acqua” e infine insetti che, sfruttando la tensione superficiale dell’acqua sembra che pattinino. Le cavità che un tempo ospitavano le miniere sono invece il rifugio dei pipistrelli che qui trovano l’ambiente perfetto per svernare. Non mancano poi farfalle, grilli e cavallette

Come arrivare alla Solfatara di Monterano
Così come per raggiungere l’antica città di Monterano, bisogna prima arrivare all’abitato di Canale Monterano e, seguendo le indicazioni, si prende la strada che porta al “Parcheggio della Diosilla”. Da qui, se volete andare direttamente alla solfatara seguite il sentiero rosso e dopo circa 500 metri sarete arrivati.
Vi ricordo che la visita alla Città di Monterano o alla solfatara sono solo una delle possibilità che offre la riserva, volendo è possibile scegliere itinerari più lunghi per un trekking tra natura, storia e geologia. Sul sito del parco trovate la descrizione dettagliata dei vari itinerari con tanto di cartografia

Altre solfatare del Lazio
Nel Lazio, oltre alle solfatare di Manziana e alla Caldaro di Monterano, ci sono anche altre due solfatare, questa volta frutto delle attività tardive del Grande Vulcano Laziale. Sono la Solfatara di Pomezia e quella di Tor Caldara
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