Un viaggio in Asia colpisce il viaggiatore per i suoi paesaggi, la sua spiritualità, l’architettura, la povertà e soprattutto i volti. E’ difficile, anche per un fotografo dilettante resistere alla tentazione di chiedere il permesso per scattare almeno una foto ad uno di questi visi che dicono più di tante parole. Se dietro l’obiettivo non c’è un dilettante, ma un professionista il risultato è stupefacente. E’ il caso di Steve McCurry, 56enne di Philadelphia che ora espone, per la prima volta in Italia, una selezione delle sue più belle foto scattate in questo straordinario continente.
La mostra “Steve McCurry. Sojourn: narratives of Asia” che ha aperto i battenti in alla Galleria ModenArte (Modena) racconta, attraverso una quarantina di scatti, la storia di un uomo che ha iniziato la sua carriera di fotoreporter nascondendosi sotto gli abiti della gente del posto per attraversare il confine del Pakistan ed riuscire ad entrare in Afghanistan prima dell’invasione russa,
Al suo ritorno, per far uscire dal Paese le prime immagini del conflitto, cuciva i rullini nei vestiti. Foto che gli hanno fatto vincere la medaglia d’oro Robert Capa.
In mostra soprattutto immagini di volti, ritratti, come quello, che nel 1984 gli è valso la copertina del National Geographic: il volto spaventato di Sharbat Gula, una ragazzina afgana dagli occhi verdi, rigugiata in un campo profughi in Pakistan.
Immagine oggi scelta per la locandina della mostra. Una foto che è spesso il simbolo delle mostre di Steve McCurry che vengono esposte in giro per il mondo.
Una curiosità, a distanza di 17 anni, Steve McCurry ha ritrovato Sharbat Gula e i visitatori avranno anche la possibilità di vedere il documentario che racconta come il fotografo abbia rintracciato la bambina, nel frattempo diventata donna.
Sharbat Gula, che ora si è sposata e vive in una remota regione dell’Afganistan, ha accettato di sollevare il burka, farsi fotografare di nuovo e raccontare la sua storia.
Una passione, quella per l’Asia che il fotografo spiega con semplicità: “Sono stato anche in Africa e America Latina, però l’Asia rimane la mia terra preferita perché li davvero sembra di essere in un altro mondo. Certo non mancano strutture e stili di vita moderni o simili ai nostri, ma prevale ancora quasi ovunque una sorta di qualità antica della vita. Le persone sono ancora molto legate alle tradizioni, ai costumi, alle feste e soprattutto alla religione, che è veramente un elemento fondamentale dell’esistenza di tutti i giorni”.
“Steve McCurry. Sojourn: narratives of Asia”
25 Novembre 2006 – 27 Gennaio 2007
Modena, Galleria MOdenArte, via Toscanini 26
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.30, il sabato dalle 11 alle 18.30,
la domenica e i festivi chiusa. Ingresso gratuito