
Nel 2006 non era ben chiaro che cosa significasse essere una travel blogger, non c’erano molti esempi da seguire.
Ma quando a sono partita, non erano passati neanche due mesi dal primo post, sapevo di avere in mano uno strumento che mi consentiva, connessione permettendo, di raccontare live il mio viaggio. Ed è quello che ho fatto. La sera, spesso prima di cena, raggiungevo il primo internet point e con poche rupie guadagnavo la connessione. Lenta, lentissima, ma non importa, la voglia di raccontare il Nepal come lo stavo vivendo io era davvero tanta.
Poi tornata a casa mi sono messa alla scrivania, seduta davanti al mio computer, per riprendere e proseguire il racconto di un paese che mi aveva profondamente colpito. Un racconto, fatto di parole e immagini, che quell’anno mi fece vincere anche il premio di miglior travel blogger ad un concorso indetto dal Tgcom.
Io non ho il mal d’Africa.Ho il mal d’Asia e la voglia di un viaggio in Nepal risaliva a molti anni prima, addirittura al 1988. Anche in quell’anno il paese fu scosso del terremoto, meno violento di questo, ma abbastanza per fermare due giovani viaggiatrici che dall’India erano pronte a fare un’estensione di viaggio verso il Nepal. Mi ricordo quando ho raccontato questo episodio alla mia guida. Lui mi ha in parte sgridato e mi ha detto che il Nepal del 1988 era tutta un’altra cosa e che avevo sbagliato a venire così tardi, perché quel Nepal non c’era più. Ora dalle poche immagini che sono riuscita a vedere dai TG anche il mio di Nepal non c’è più.
Ecco perché preferisco lasciare questo post così… senza immagini, solo un nastrino nero in segno di lutto. Sono solo i miei pensieri, miei ricordi… Ricordi di luoghi ma anche di persone oggi dilaniati da una profonda ferita, in alcuni casi mortale.