Come vi avevo accennato qualche giorno fa, nel nostro viaggio in Thailandia ci siamo concessi due giorni di trekking con pernottamento in un villaggio Karen. Il bello del programma è stata la ricchezza e la varietà dell’itinerario che si é sviluppato nella zona di Chang Mai, nel parco di Mae Wang e la possibilità di entrare in stretto contatto con la popolazione locale.
Non vi deve spaventare il fatto che ho parlato di due giorni di trekking, intanto non si cammina sempre – come scoprirete andando avanti con la lettura – e poi il percorso è praticamente tutto in piano e si snoda in un passaggio molto vario tra risaie, foresta e villaggi.
Se non si cammina sempre cosa altro si fa? Presto detto: il programma prevede anche una breve esperienza a dorso di elefante, una discesa del fiume a bordo di una zattera fatta con canne di bamboo, visita a villaggi con tanto di cena e pernottamento in un autentico villaggio karen.
Ma partiamo dall’inizio. Il tour ha inizio verso le otto del mattino con la partenza in pulmino per poi dirigersi verso la selva thailandese.
L’Elephant Camp

Prima tappa l’Elephant Camp dove ci attendevano i pachidermi che ci avrebbero portato a fare un giro nella foresta tropicale. Il giro è stato molto breve, più o meno una mezz’ora, però mi è bastato. L’elefante non è certo il massimo della comodità, quasi peggio del dromedario in Marocco, anche se in qual caso il giro è durato il triplo.
Trekking tra risaie e foresta
Lasciati dunque alle spalle elefanti e pulmino ci siamo avviati lungo un sentiero in salita attraverso una vegetazione rigogliosa. Boschi che di tanto in tanto lasciano spazio ad ampie risaie. L’escursione é semplice e gradevole, anche se ogni tanto il cammino é interrotto da attraversamenti un po’ avventurosi per superare corsi d’acqua.
La prima giornata di cammino è stata caratterizzata dalla mancanza di incontri umani. Ad accompagnarci solo un cane, che ci ha adottato fin dall’inizio del cammino, e la pioggia. Non proprio una pioggia monsonica, ma abbastanza fastidiosa da creare uno scivoloso strato di fango, d’altra parte in agosto la pioggia in Thailandia è tutt’altro che un imprevisto.
Questa notte niente hotel, si dorme in un villaggio karen
La prima giornata di trekking su è conclusa con l’arrivo ad un villaggio karen fatto di capanne. In quel momento, dopo tanto camminare, la cosa che più desideravano era una doccia, ma tutto quello che il villaggio aveva da offrire era il fiume. E così ci siamo adeguati alle abitudini locali.
Una volta eliminato tutto il fango e la polvere di dosso, il fiume – e soprattutto la sua cascata – sono diventati il nostro parco di divertimento. Ci siamo truffati in acqua e ci siamo fatti trascinare dalla corrente scivolando lungo la cascata in una sorta di “rafting umano”. Divertentissimo! La prima volta a dire il vero la forza dell’acqua mi ha trascinato sotto ed ho bevuto un po’, ma non é bastato così poco a fermarmi! Due dita sul naso saranno poco avventurose, ma mi hanno preservato da antipatiche bevute e relativo rischio di affogamento.
Nel frattempo si era fatta ora di cena. Per noi il menù in programma era semplice ma molto tradizionale. Una cena che abbiamo consumato in una capanna aperta a lume di candela. Cena romantica? No, qui siamo nella foresta e non c’è energia elettrica,
Al villaggio abbiamo trascorso anche la notte, dormendo tutti insieme appassionatamente in una grande capanna, protetti da zanzariere.
Dormire in una capanna in riva ad un fiume ha un qualcosa di romantico, ma per chi non è abituato é poco facile addormentarsi in una foresta che risuona dei versi di tanti animali, per non parlare poi del rumore della cascata, ma alla fine la stanchezza ha avuto il sopravvento.
Ed ora si riparte
La mattina seguente, dopo una colazione a base di uova e frutta fresca, ci siamo rimessi in cammino. Il percorso della nostra seconda giornata di trekking é stato molto più semplice e ci ha portato attraverso alcuni villaggi di etnia karen e mhong che ci hanno accolto con i lori prodotti.
Questo trekking ci è piaciuto molto, ma quello che più ci ha entusiasmato é stata la sua conclusione: il bamboo rafting, che consiste nel discendere il fiume a bordo di zattere di bamboo. Definirlo rafting è un po’ azzardato, ma è stato molto divertente. C’è una sola cosa di cui mi pento: non aver fatto il tour di tre giorni!