Visitare la Riserva di Tor Caldare è come fare un balzo indietro nel tempo, a prima dell’era della speculazione edilizia che ha cancellato l’aspetto naturale di questo tratto di costa laziale. Dove le seconde case hanno cancellato il sistema dunale e la macchia mediterranea. Tutto questo però, poi vedremo il perché, non è accaduto a Tor Caldara, che da diversi anni è tutelata come riserva naturale. Quello che trova il visitatore è un ambiente ricco di biodiversità, fauna e flora che molto si avvicina a quello che era l’aspetto originario della costa del Lazio.
Ecco perché tutti gli abitanti del Lazio (e non solo) dovrebbero visitare la riserva di Tor Caldara, un luogo che oggi rappresenta uno degli orgogli del litorale romano, un piccolo miracolo naturale salvatosi dalla cementificazione selvaggia della costa, arricchito poi da una particolare valenza geologica.
Come Tor Caldara l’ambiente si è preservato
Siamo ad Anzio, zona di seconde case, ma qui l’ambiente ha avuto un insolito alleato: un grande campeggio abusivo, che, un po’ per caso, ne ha garantito la sopravvivenza.
Erano gli anni 70 e – tra un’ordinanza di chiusura disattesa è un’altra – il campeggio continuò ad essere operativo fino al 1981. Ed è stato proprio in quegli anni che io sono stata per la prima volta a Tor Caldara. Non in campeggio, ma in gita con mia madre e i miei fratelli per vedere le sorgenti solfuree. Sinceramente non ho un ricordo del campeggio, ma solo dell’odore di zolfo e dell’aspetto un po’ dantesco della zona. Comunque alla fine il campeggio venne definitivamente chiuso. Una vittoria per l’ambiente. Quello però fu anche il momento per fare i conti con i danni che erano stati arrecati all’area da una gestione più attenta alle attività funzionali al campeggio che all’ambiente.
Non tutto il male viene per nuocere
Il campeggio aveva sì recato danni a Tor Caldara, ma al tempo stesso aveva avuto un ruolo positivo: la sua presenza aveva contribuito in modo determinante a risparmiare questa zona alla speculazione edilizia.
E’ così che oggi chi si avvicina in barca a questo tratto di costa nota immediatamente una sorta di “anomalia”: le case cioè lasciano improvvisamente il posto al verde. A fare da guardia, si fa per dire, alla Riserva si alza l’antica torre voluta nel 1565 da Papa Pio V. Un esempio di quelle fortificazioni che un tempo segnavano, ad intervalli regolari, il profilo della costa. Un ingegnoso sistema di avvistamento per fronteggiare il pericolo delle invasioni da parte dei pirati saraceni.
La storia della Torre però ha anche pagine più moderne, come quella delle cannonate durante le guerre napoleoniche fino agli accampamenti e trincee dopo la sbarco di Anzio.
… e poi arrivarono i vincoli ambientali
Nel 1988, dopo le necessarie operazioni per ripristinare l’equilibrio ambientale e sanare le ferite provocate dal campeggio, Tor Caldara è diventata una riserva naturale dal grande interesse naturalistico, geologico, storico e archeologico. Il risultato è una riserva che, anche se non è grande – sono poco più di una cinquantina di ettari – offre al visitatore una varietà di ambienti diversi.
Tor Caldara, flora e fauna
Il percorso alla scoperta della flora e della fauna di Tor Caldara inizia dal bosco, dove a farla da padrone è la macchia mediterranea con la presenza di lecci, sughere, biancospino, corbezzolo ed altre specie tipiche, per arrivare fino a pochi metri dalla riva del mare. Un itinerario che attraversa anche un’interessante area umida e un ambiente sulfureo. Il bosco sempreverde qui è l’ambiente predominante, circa l’80% che costituisce un raro esempio dell’aspetto della costa del Lazio fino ai primi del ‘900
Gli animali che vivono a Tor Caldara sono molti. Tanto per fare qualche numero:
- 70 specie di uccelli
- 15 specie di mammiferi
- 9 specie di rettili
- 6 specie di anfibi
Il simbolo di Tor Caldara, oltre alla Torre Saracena, è il gruccione: un coloratissimo uccello che scava il suo nido creando delle gallerie nei banchi sabbiosi, luogo ideale per costruire il nido
Parlando di uccelli qui a Tor Caldara troviamo anche diversi i rapaci, quelli notturni come qualche civetta, allocco, gufo, ma anche diurni come poiana e il gheppio. Negli stagni è facile trovare insetti e anfibi (rane, rospi e il tritone punteggiato) mentre nascoste tra la vegetazione fanno capolino il raro coniglio selvatico, l’istrice, la volpe, la donnola e il moscardino.
Tra i rettili troviamo le testuggini, la tartaruga palustre, il biacco, la biscia e il saettone.
Una rete di recinzione separa la riserva naturale dal mare
Ho sempre pensato che sarebbe molto bello se ad essere protetta fossero anche le acque antistanti che, qui a Tor Caldara, si distinguono, rispetto al resto della costa, anche per la presenza di scogli naturali e per un fondale abbastanza eterogeneo che consente la vita di numerose specie marine sia animali che vegetali.
Tor Caldara e le sorgenti sulfuree
Come vi accennavo prima, tra le caratteristiche che rendono Tor Caldara davvero unica ci sono anche dei fenomeni di vulcanesimo secondario, ovvero delle sorgenti sulfuree che segnano non solo l’aria non solo per l’odore, ma anche le rocce che assumono una colorazione giallastra. Il risultato è un’aria surreale, un ambiente quasi lunare. Le acque, nelle quali è vietato bagnarsi, sono frutto della risalita dei gas provenienti da quello che fu il grande vulcano laziale, che poi è responsabile anche dei un fenomeno molto simile che si può osservare presso la Solfatara di Pomezia. Nel Lazio però ci sono anche altre due zone soggette a fenomeni di vulcanismo secondario dello stesso genere: la solfatara di Monterano e la Caldara di Manziana. In questo caso però il vulcano che ne è all’origine è il vulcano Sabotino, quello del lago di Bracciano per intenderci.
Tor Caldara set cinematografico
Di un luogo così particolare non poteva non accorgersi il cinema che in passato ha scelto Tor Caldara come location per molti altri film: “Per un pugno di dollari”, “Fantozzi al mare”, “I Vichinghi”, “Diabolik”, “Ben Hur”, Il Vangelo secondo Matteo e molti, moltissimi altri ancora, anche se c’è da dire che – in alcuni casi – anche il cinema si è comportato in modo rispettoso poco dell’ambiente.
Ma questo, per fortuna è solo passato, ed oggi Tor Caldara è una riserva naturale regionale, o meglio “un’oasi tra cielo e mare”.
Come arrivare a Tor Caldara
La riserva di Tor Caldara si trova sulla Litoranea Ostia Anzio al km 34,400, Anzio (RM). Il modo più semplice è ovviamente in auto. Per arrivare con i mezzi pubblici da Roma è necessario prendere il pullman per Nettuno da Laurentina e scendere alla fermata “Ardeatina, inc V Ninfa Alburnea”, da qui fino all’ingresso della riserva sono 8 minuti a piedi.
Orario di apertura:
giovedì, sabato e domenica con i seguenti orari
- dalle 9 alle 18.30 dal 16 aprile al 30 settembre
- dalle 9 alle ore 16 dal 1 ottobre al 16 aprile

Per visite guidate ed informazioni
Chiamata il numero 069864177. Intanto vi posso anticipare che l’ingresso è gratuito e che non è consentito l’accesso ai cani, ma solo per non disturbare la fauna selvatica.
Terminata la visita vi consiglio una passeggiata al porto di Anzio e di sedervi a tavola e finire la giornata con una cena a base di pesce. La scelta per chi vuole mangiare bene ad Anzio è vasta e il mare nel piatto è d’obbligo.
Tra i locali che abbiamo sperimentato personalmente vi segnalo
Franco ai Quatto Venti, che è un vero e proprio ristorante
Le LEccorine DEL GATTO (è scritto proprio così) che è una pescheria dove è possibile scegliere il pesce e farselo cucinare.