Lo sapevate che in via Giolitti a Roma – in una rimessa delle Ferrovie dello Stato – è custodito il Treno Presidenziale?

Altre carrozze sono invece conservate, dal 1989 al Museo Ferroviario Nazionale di Pietrarsa, al quale furono donate dal presidente Francesco Cossiga.
Da Treno Reale a Presidenziale
In realtà il treno fu costruito nel 1925 per la famiglia Savoia. All’epoca ovviamente era un treno reale poi – si sa com’è andata la storia – con l’arrivo della Repubblica il Treno da Reale è diventato Presidenziale.

Il treno non è aperto al pubblico ed è visitabile solo in occasioni speciali. Ecco perché sono stati davvero molti i romani che giovedì sera hanno aderito all’invito del Fai, il Fondo per l’Ambiente Italiano, per uno degli eventi del ciclo “Cosa FAI stasera”, reso possibile grazie alla collaborazione tra Fondazione F. S. Italiane e la Delegazione Roma del Fai
Tutti sul Treno Presidenziale
Perché tanto interesse per il Treno Presidenziale? Sicuramente un po’ per il fatto che si tratta di una visita non consueta, ma anche perché questo è un treno che ha visto tanta storia. Anzi ha viaggiato nella storia.

Nasce come Treno Reale
Il treno che fu costruito nel 1928 per re Vittorio Emanuele III. Si trattava di un treno di lusso, destinato ai viaggi ufficiali, ma costruito in occasione delle nozze del principe d’Italia Umberto di Savoia con la principessa Maria José.
Il Treno Reale fu realizzato dalla Fiat, che si aggiudicò il bando di concorso per la sua realizzazione. Inizialmente ero composto solo da tre carrozze, una per il Re, una per la Regina e la sala da pranzo.

Solo tre carrozze, ma davvero molto curate. Visto il destinatario e l’evento al quale era destinato, non poteva essere altrimenti. Per il suo allestimento furono coinvolti i migliori artigiani dell’epoca e a seguire i lavori fu chiamato l’architetto Giulio Casanova della Reale Accademia Albertina di Torino, che curò anche la scelta dei colori e dei materiali. Al suo interno il treno fu decorato con stucchi, fregi, ori e legni preziosi, tutto in stile liberty.

In seguito, alle tre carrozze principali, lunghe una ventina di metri, ne furono aggiunte altre nove destinate soprattutto a principi e notabili del regno.
Provate a immaginare quando il treno partiva per viaggi ufficiali: praticamente si trasformava in una vera e propria estensione del Quirinale.
Passano gli anni e la storia fa i suoi grandi passi e il treno vede il suo viaggio passare attraverso la grande storia, compresa la Seconda Guerra Mondiale. Fu proprio durante il periodo bellico che il treno venne gravemente danneggiato e la carrozza de Re addirittura distrutta.
Finita la guerra arriva la Repubblica
Finisce la guerra e il viaggio della storia porta il Paese, e il treno, dalla Monarchia alla Repubblica. Un cambiamento radicale che investe anche il Treno Reale. Le carrozze danneggiate furono riparate o ricostruite. Complessivamente il treno fu sottoposto ad un completo resyling per cancellare tutti i simboli che riportavano alla monarchia.

L’Italia ormai è una Repubblica, non serviva più un Treno Reale, ne serviva uno Presidenziale.
La Breda ristruttura il treno che diventa Presidenziale

Il compito di restituire all’Italia un nuovo treno istituzionale andò alla società Breda che si occupò anche di equipaggiare le carrozze con un adeguato sistema di comunicazione per gestire una centralina telefonica installata sul convoglio.
Al Presidente fu assegnata la carrozza che un tempo era destinata alla Regina.

Per questo scopo furono necessarie importanti modifiche, compresa la tappezzeria e il soffitto. La carrozza ha due camere da letto, una per il Presidente e una per la moglie e dispone di due bagni. Uno dotato di vasca da bagno e uno di doccia alimentata da una caldaia autonoma.

Alcune curiosità sul Treno Presidenziale
La visita al Treno Presidenziale ci ha anche di scoprire alcune curiosità. Intanto che per motivi di sicurezza la carrozza del Presidente era posto sempre nel centro del treno. Treno che aveva un numero di carrozze che variava a seconda delle esigenze.

Inizialmente erano solo nove carrozze, poi divennero 13. Tra questi anche un carro pianale che serviva per trasportare eventuali autovetture al seguito. In ogni caso, generalmente, il Treno Presidenziale non superava le 7 – 10 carrozze.
Questo treno rientrava nella categoria della marcia privilegiata e come importanza si trovava al primo posto alla voce treni preceduti da staffetta e treni staffetta. Treno quest’ultimo che altro non era che una locomotiva che aveva lo scopo di precedere a distanza il Treno Presidenziale.
Il treno Presidenziale dispone anche di uno vagone adibito ad ufficio stampa, un ambiente di prima classe e uno con cuccette, entrambe d’epoca.

Ciascuna delle quattro carrozze che abbiamo visitato ha un proprio appellativo
- Alloggio presidente ovvero l’ex appartamento della regina
- Alloggio personalità che durante la monarchia era utilizzato per il trasporto delle principesse di Savoia, in seguito modificato e adibito a sala riunioni. Questa carrozza è quella che utilizzo nel 1962 Papa Giovanni XXIII nel suo viaggio da Roma ad Assisi
- Alloggio sussidiario del presidente che in epoca Savoia era destinato alla principessa Iolanda
- Per la segreteria e centrale telefonica, anche questo appartenente alle Treno Reale.

Con Ciampi l’ultimo viaggio del Treno Presidenziale
Il treno è fermo dalle 2004, ovvero dall’ultimo viaggio istituzionale che il presidente Ciampi compì da Roma a Livorno.
Ora il treno è fermo, semplicemente perché non è più stato utilizzato. Volendo sarebbe in grado – se necessario – di intraprendere un nuovo viaggio lungo i binari. Chissà forse quel giorno non è poi così lontano.

Alla visita di giovedì 6 giugno, infatti, ha partecipato anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati la quale, oltre ad essere rimasta molto colpita dalla bellezza eleganza del treno, ha avanzato l’ipotesi che questo possa tornare a viaggiare su rotaia per un viaggio istituzionale a scopo educativo.