Ma esistono ancora turisti così così? Questo quando mi sono chiesta sentendo la notizia dei due turisti australiani sorpresi ad imbrattare il Colosseo. A dire la verità ad incidere il proprio nome sul muro è stato uno solo, ma si trattava di un dodicenne, mentre il padre 45 enne – invece di fare quello che qualunque genitore avrebbe dovuto fare – si è reso complice facendo da palo.
Un gesto così non poteva passare inosservato e per la coppia di vandali, e famiglia al seguito, la visita turistica di Roma si è spostata alla Caserma dei Carabinieri della stazione Celio. L’accusa è di imbrattamento di bene di interesse storico.
Ad essere denunciato è stato solo il padre, il ragazzo è ancora troppo giovane per essere imputabile, ma la gravità del gesto gli è costata comunque la segnalazione al Tribunale di minorenni. Più che una scritta, un graffito, anche se si tratta solo delle prime due lettere, incise con una pietra su un muro in laterizio del piano terra.
A nulla è valso il vano tentativo dell’uomo di eliminare ogni traccia del gesto del figlio. La scritta era sempre lì a testimoniare il loro livello di inciviltà. Poco importa se quel tratto di muro fosse “solo” risalisse solo ad un’epoca relativamente recente (Ottocento/Novecento) e non al Primo Secolo e non importa neppure che sul quel tratto di mattoni altri vandali come loro avessero già lasciato un segno. Non si fa e basta. Nel leggere questa notizia mi sono fatta alcune domande, forse le stesse che gli avranno fatto i Carabinieri… di chi è stata l’idea?
E’ stato l’uomo a spingere il ragazzo a compiere il gesto o è stato quest’ultima a voler lasciare un segno indelebile del suo passaggio in uno dei monumenti più famosi al mondo, chiedendo al padre di essere coperto? E ancora, che cosa spinge una persona a compiere un viaggio intercontinentale per visitare una città che dimostra di non rispettare? Fosse stato un ragazzo in gita scolastica lo avrei capito di più, tra ragazzi a volte si fanno stupidaggini senza pensarci, ovviamente senza alcuna giustificazione… ma è sicuramente molto più grave quando un’azione del genere viene avallata da un genitore, persona cioè che avrebbe il compito di educare i figli. Portare una ragazzo in viaggio dall’altra parte del mondo sarebbe un valido esempio, ma quando al viaggio è collegata un’azione di questo tipo viene meno tutto il valore educativo di conoscere il mondo.
Sant’Agostino diceva “Il mondo è un libro. Chi non viaggia ne legge una pagina soltanto”, in questo caso specifico però… mi sembra di capire che il lettore sia analfabeta.
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