
Per non farci mancare nulla abbiamo lasciato Kathmandu il 13 agosto, ovvero tre giorni dopo l’attentato sventato a Londra. Ci siamo trovati così, a nostra insaputa in piena emergenza bagagli.
Qualcuno di noi aveva sentito di sfuggita la notizia, ma quando siamo arrivati all’aeroporto di Kathmandu ci siamo trovati nel caos totale.
La perquisizione personale ci è sembrata fin troppo esagerata, con controlli anche dentro la custodia della macchina fotografica e nei marsupi.
Nel fare il check-in, invece di assegnare ad ognuno il nostro bagaglio, li hanno assegnati tutti ad una ragazza. Noi avevamo anche la complicazione che tre persone sarebbero partite da Colombo con un altro aereo. Abbiamo provato a spiegarglielo, ma alla faccia della sicurezza che vorrebbe i passeggeri sempre con il loro bagaglio, hanno detto che visto che arrivavamo comunque tutti a Male’, avremmo dovuto pensare noi ai loro bagagli.
In aeroporto abbiamo notato degli strani cartelli (di carta per fotocopie) con una scritta (a mano e con un pennarello) che avvisava che non si potevano portare liquidi a bordo.
Abbiamo chiesto e ci hanno spiegato che era vietato portare a bordo liquidi di ogni genere, unica eccezione per i medicinali. Visto che alcuni dei nostri bagagli erano già partiti, abbiamo cercato di infilare i liquidi proibiti che portavamo nel bagaglio a mano nelle valigie del resto del gruppo.
In particolare una ragazza aveva con sé alcune bottiglie di olio per massaggi che teneva gelosamente nello zainetto. Ha dovuto metterle nel borsone di un’altra persona, incrociando le dita
In particolare una ragazza aveva con sé alcune bottiglie di olio per massaggi che teneva gelosamente nello zainetto. Ha dovuto metterle nel borsone di un’altra persona, incrociando le dita
Le informazioni che ci davano erano contrastanti, così al controllo successivo sono iniziati i sequestri: creme solari, contenitore per le lenti a contatto, sigarette (ma che c’entrano?), pomate.
Parte del materiale è stato recuperato, messo in una busta di plastica qualunque, etichettato e inviato nella stiva.
In questa bolgia totale, un episodio divertente. Nel mio zaino avevo una bottiglia d’acqua. Quando mi hanno chiesto di aprire lo zaino per la perquisizione, io ho semplicemente tolto la bottiglia e mostrato il contenuto dello zaino.
Avuto l’ok, l’addetta alla sicurezza è passata a controllare un’altra persona. Io ho rimesso l’acqua nello zaino e mi sono avviata al gate.
Avevo salvato l’acqua! Con tutte quelle ore di volo e di attesa, non potevo restare senza.
C’è da dire che ancora non aveva capito che cosa stesse accadendo.
Comunque, nonostante tutti questi controlli, Il volo è partito solo con mezz’ora di ritardo.
Comunque, nonostante tutti questi controlli, Il volo è partito solo con mezz’ora di ritardo.
A Delhi al transito ci hanno assistito come non mi era mai successo.
Non so se sia questo il modo in cui si comportano o se tutto era dettato dallo stato d’emergenza.
Un’addetta dell’aeroporto ci è venuta incontro ed ha registrato su un modulo il nostro arrivo e tutti i dati. Quello che non capiva era perché nessuno di noi aveva il bagaglio, fin quando è arrivata Miriam, che viaggiava con i bagagli di tutti!
Ci hanno fatto accomodare, poi un altro addetto ha ritirato i biglietti per farci le carte d’imbarco. Nel frattempo ci hanno chiamato per verificare se tutti i bagagli fossero regolarmente arrivati a destinazione.
Ci hanno fatto accomodare, poi un altro addetto ha ritirato i biglietti per farci le carte d’imbarco. Nel frattempo ci hanno chiamato per verificare se tutti i bagagli fossero regolarmente arrivati a destinazione.
Prima di partire, ognuno di noi ha dovuto riconoscere il proprio bagaglio e consegnarlo alla sicurezza.
A questo punto è uscito fuori un altro problema: le medicine non potevano essere tenute nel bagaglio a mano e visto che alcuni bagagli avevano già passato la sicurezza non potevano essere più aperti. E così gran confusione di medicine, sistemate – più o meno a caso – nel bagaglio di qualcun altro del gruppo.
Una cosa positiva siamo riusciti a fare qui a Dehli: recuperare il sacchetto di creme, pomate, dentifrici e affini e infilarle in una valigia!

Quella di Dheli è stata una sosta molto lunga resa particolarmente pesante dalla totale assenza di qualcosa di vagamente simile ad aria condizionata o ventilatori. Alle 23,40 siamo partiti per Colombo.
Male è ancora lontana. Il viaggio prosegue
Se vi state chiedendo che fine hanno fatto le varie boccette infilate alla rinfusa in una valigia o in un’altra e le varie medicine, lo scoprirete solo domani.