Oggi ha rinfrescato… ieri sera la temperatura era di 27 gradi, adesso è “solo” di 23, ma in questi due giorni ha sfiorato i 30 gradi!
Se ieri i piedi mi facevano male, oggi non li sento proprio.
La giornata è stata lunga, lunghissima. Grazie all’ora solare ho beneficiato… non di un’ora di sonno in più, ma di un’ora di cammino extra.
La prima tappa della giornata doveva essere il mercato di Plaza de la Redonda, ma il bello di essere soli è quello di cambiare a proprio piacimento i progetti, e così, visto che era presto e che alla mostra di Sorolla non c’era nessuno, mi sono messa in fila e in pochi minuti ero dentro.
Molto interessante e inaspettata. Opere enormi e dai colori vivaci. La mostra raccoglie delle opere che vengono da New York e che sono giunte in Spagna per una mostra a Madrid, prima di attraversare di nuovo l’oceano hanno deciso di esporla anche a Valencia.
Da qui mi sono rimessa in cammino verso il famoso mercato domenicale, con tappa nella chiesa di San Tommaso apostolo e San Filippo Neri, menzionata in nessuna guida, pero’ gradevole. Ho ascoltato anche la messa in spagnolo, questa lingua mi piace sempre di più.L’arrivo a Plaza delle Redonda e’ stata una gran delusione, il mercato è in ristrutturazione ed è chiuso. Tutto intorno tante bancarelle, ma non è la stessa cosa.
Visita quindi alla chiesa di Santa Catalina, ma non alla Torre, perché la domenica è chiusa. Da qui ho raggiunto di nuovo la Cattedrale perché oggi è possibile visitarla tutta gratuitamente, ieri l’accesso era limitato ad una piccola zona.
Il bello di stare più giorni in questa città è che si può tornare più volte nello stesso posto e trovarlo diverso. A Piazza Virgin questa mattina c’era uno spettacolo folcloristico di balli valenciani. Nel pomeriggio, solo poche ore dopo il palco era sparito e la piazza tornata alla gente, ma soprattutto ai bambini che hanno trovato delle buffe macchine che sembravano uscite da un cartone animato.Prima di pranzo ho avuto modo di visitare anche la chiesa di San Lorenzo e poi la Torre di Serrano dalla quale si gode un panorama non certo spettacolare, ma offre il profilo delle montagne e una visuale del parco cittadino che occupa quello che una volta era il letto di un fiume. Curioso anche il contrasto tra un panorama tutto sommato abbastanza moderno, visto però da un punto di vista antico.
Poco lontano dalla Torre di Serrano c’è la Casa de las Rocas, la casa delle rocce… la guida non ne parlava, per me era solo un numero sulla cartina. Tutto mi aspettavo tranne che fosse un museo di carri allegorici utilizzati durante la cerimonia del Corpus Domini.
Da una torre mi dovevo spostare all’altra, ma prima ho attraversato due piazzette: plaza de la Cruz, dove la croce è curiosamente appoggiata ad una colonna antica e Plaza del Carmen.L’arrivo alla Torres de Quart, rappresentava un’altra faticaccia. Salire sul torrione mi è sembrato questa volta più faticoso, forse faceva anche più caldo, forse la scala a chiocciola era più ripida, forse ero solo più stanca.
L’accesso alla seconda torre non era aperto, tanto non avrei affrontato una seconda scala a chiocciola, anche perché il panorama non era poi molto differente di quello delle Torri di Serrano.
Vista la stanchezza ho pensato che il modo migliore per mettere un po’ a riposo i piedi fosse quello di fare un giro in autobus. Sul numero 5 per la precisione che fa il perimetro che un tempo occupavano le antiche mura.
Non ho fatto il giro completo, sono scesa alla Plaza de Toros ed ho dato una sbirciatina, era chiusa, ma tanto mai e poi mai avrei assistito ad una corrida.
Proprio accanto alla Plaza de Toros c’è la stazione Nord, un piccolo gioiello liberty.
Forse era giunta l’ora di mangiare… anzi sarebbe l’ora della merenda.
Avevo trovato un posticino delizioso per mangiare, vicino al mercato centrale. Un pranzetto a base di paella mariscos sin pimiento (perché io sono allergica ai peperoni) e musica jazz. Peccato che nonostante le promesse della cameriera non sia stato possibile avere la paella senza peperoni.
A malincuore ho detto addio alla paella e alla musica e mi sono messa in cammino alla ricerca di una banalissima pizza. La mia ricerca però mi ha portato in un localino dove avevano una zuppa con i peperoni… ma la paella senza!!!!
Ho preso il menù completo: primo, secondo, contorno, insalata, dolce, bibita e caffè il tutto per 11 euro.
Mi sono alzata da tavola che erano le quattro passate… ora solare ovviamente. Il mio orologio biologico invece segnava le 17.
Una breve passeggiata dall’altra parte del ponte mi ha portato alla più vicina fermata della metropolitana e da qui ho raggiunto il Palazzo dei Congressi costruito da Forster nella zona nord della città.
Quindi rientro in metropolitana e pausa in ostello con la mente già proiettata al giorno seguente, il gran giorno dell’Acquario.
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