Via Francigena: da San Gimignano a Monteriggioni

Lasciata San Gimignano il nostro percorso lungo la via Francigena ha preso la direzione di Monteriggioni, ma prima abbiamo fatto tappa a Badia a Coneo,a Abbadia Isola e a Strove.

Questo tratto di Francigena è molto bello e, grazie anche all’interesse degli amministratori locali ed è ben attrezzato per accogliere i pellegrini.

La prima tappa è stata Badia Coneo, nel comune di Colle Val d’Elsa. Un edificio costruito intorno all’anno 1000, luogo di sosta e religioso.

Appartenne prima ai monaci benedettini, poi a quelli vallombrosiani. Oggi il complesso è in parte abbandonato anche se la chiesetta, un bell’esempio di romanico, è stata completamente restaurata intorno al 1920 quando, rimossi tutti i rifacimenti barocchi, ha riacquistato l’aspetto originale.

Badia Coneo

Peccato però che la chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, sia quasi sempre chiusa e quindi difficilmente visitabile.

Ostello di Strove

Un ostello per i pellegrini

Da qui ci siamo spostati a Strove, frazione del comune di Monteriggioni, famosa per la sua pieve romanica. A Strove abbiamo avuto di toccare con mano l’aspetto ricettivo, tipico della Francigena, che vediamo realizzato grazie all’ostello inaugurato da poco più di un anno, realizzato proprio per offrire ospitalità ai pellegrini che percorrono l’antico cammino.

L’ostello, che dispone di una camerata riscaldata con 12 posti letto e due bagni, è in grado di ospitare non solo pellegrini a piedi, ma anche quelli che percorrono la Francigena in sella ad un cavallo o una bicicletta. Quello che i pellegrini cercano nel loro cammino non è solo la spiritualità legata al fervore religioso. C’è anche chi si incammina con passo lento semplicemente per entrare in contatto con le bellezze naturali che questo territorio sa offrire.

Viste le esigenze del moderno pellegrino, la struttura dispone anche di una postazione internet, collegamento wifi, lavatrice e angolo cottura.

Per dormire a Stove, il pellegrino con le credenziali  paga solo 12 euro a notte, per tutti gli altri il costo del pernottamento è di 18 euro. Per consentire al maggior numero possibile di persone di usufruire della struttura è consentito prenotare massimo due notti.

 

Monteriggioni, che “di torri si corona”, come scrive Dante nel XXI canto dell’Inferno, è sempre più vicina. Prima di arrivare però ci attende un’altra tappa.

Ci fermiamo ad Abbadia a Isola che, come suggerisce il nome, anticamente emergeva nel terreno paludoso, al punto da apparire come un’isola. Oggi il paesaggio è completamente cambiato, dopo la  bonifica il territorio si presenta come un pianeggiante terreno fertile, caratterizzato dalla tipica terra rossa e coltivato a girasoli.

Chiesa di S. Salvatore, S. Giovanni e S. Cirino ad Abbadia Isola
Il borgo fortificato era anticamente circondato da un fossato di cui si scorgono ancora le tracce. Nel 990  Sigerico nel suo diario di viaggio la cita con l’appellativo di Borgo Nuovo.  La costruzione dell’abbazia benedettina, intitolata a S. Salvatore, S. Giovanni e S. Cirino, è invece un po’ più tarda. Fu infatti edificata solo nel 1001, per volere della contessa Ava, figlia del conte Zanobi e vedova d’Ildebrando Signore di Staggia e di Val di Strove.
Siamo sulla via Francigena, non solo in uno dei tratti più antichi, ma anche in un punto molto strategico, vale a dire sul confine fra i territori Firenze e Siena, in corrispondenza della confluenza di alcuni collegamenti secondari, come quello  per Firenze e Volterra.
Siamo anche al termine di una tappa molto frequentata, quella di Siena/Monteriggioni. Questo movimento di genti è testimoniato anche dal portale della chiesa che originariamente era a due entrate: negli edifici religiosi molto frequentati questo tipo di portale era molto usuale perché consentiva un miglior afflusso e deflusso dei fedeli. A far crescere i flussi di pellegrinaggio anche la presenza delle reliquie di San Cirino. Ad Abbadia a Isola, che costituiva un importante punto di sosta lungo la Francigena, nel 1050 fu aggiunto uno spedale.
La fortuna di Abbadia a Isola però con il tempo subì un progressivo calo,  fin quando nel 1445 i monaci lasciarono il complesso. A mantenere la propria attività fu solo la chiesa, ma conservando solo una più modesta funzione di parrocchia. Con il tempo poi molti segni dell’antico splendore andarono sparendo e molti elementi antichi subirono delle trasformazioni. Il complesso è oggetto di un progetto di ristrutturazione che comprende un centro studi sulla Francigena e una foresteria, recuperando così l’antico ruolo di ospitalità.

One thought on “Via Francigena: da San Gimignano a Monteriggioni

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *