Sabato sono andata a Bologna e per la prima volta ho utilizzato Italo, ecco me è andata
Partita con tanto entusiasmo è bastato un episodio per farmi tornare a casa delusa.
Tutto era andato per il meglio. La mattina ero arrivata alla Stazione Tiburtina con molto anticipo perché dovevo occuparmi di rintracciare un oggetto smarrito da un mio amico. A Casa Italo mi hanno accolto con cordialità e nel giro di pochi minuti avevano effettuato una prima ricerca e preso la mia segnalazione.
Ottimo anche il viaggio di andata.
Al binario dei monitor segnalano il punto in cui si ferma la carrozza, quindi basta controllare gli schermi e le prenotazione per posizionarsi nel punto migliore per salire a bordo.
Tutto sembrava perfetto
Il treno l’ho trovato comodo, pulito. Perfetto e veloce anche il collegamento wifi. Ogni poltrona è dotata di una presa per la corrente per utilizzare il pc o ricaricare il cellulare o altro.
A Bologna il treno è arrivato quasi puntuale, diverso per i miei amici che, partiti da Roma con il treno successivo, sono arrivati a Bologna con mezz’ora di ritardo.
Un piccolo inconveniente che è stato presto dimenticato dall’accoglienza che ci fatto Bologna: un tiepido sole, amici impagabili, ottima cucina e una città elegantemente addobbata per il Natale.
Insomma, tutto perfetto… fino al momento del ritorno.
Alle 19,05 eravamo già in stazione per accompagnare e salutare altri amici in partenza per Milano, sempre con Italo. A quel punto, anche se era ancora presto, il nostro treno partiva alle 20.08, ci siamo spostati al nostro binario.
A differenza di quanto accaduto a Roma, mancavano le indicazione su dove si sarebbero fermate le varie carrozze, insomma non era ben chiaro dove fosse meglio fermarsi per aspettare il treno. Quindi ai passeggeri non restare altro che scegliere un punto ipotetico dove attendere il treno, sperando di non essere troppo lontani dalla carrozza prenotata.
Iniziano i problemi
Italo è arrivato a Bologna con qualche minuto di ritardo, appena abbiamo visto il treno avvicinarsi, dal numero della carrozza che si è fermata davanti a noi, abbiamo subito capito che la nostra, la 10, era ancora più avanti. Non era facile salire sul treno perché c’era tanta gente che scendeva e così ci siamo messi a correre, facendo lo slalom tra passeggeri e bagagli.
Siamo riusciti a salire non prima della carrozza 9. Non eravamo i soli, dopo di noi c’era altra gente che doveva salire, ma questo pare sia irrilevante, come ci ha spiegato più tardi il capotreno. Nonostante il ritardo con cui è arrivato a Bologna, il treno non si è fermato al binario il tempo necessario per garantire la salita e la discesa dei passeggeri e così ha chiuso le porte mentre stavamo salendo! Avete presente quanto siano robuste le porte automatiche di un treno ad alta velocità?
Be’, le porte si sono chiuse schiacciato una carrozzina che in quel momento veniva fatta salire a bordo, per fortuna la bambina che dormiva all’interno non si è accorta di nulla, ma soprattutto non si è fatta male. Tremo al pensiero di quello che poteva accadere se fosse salita in treno in braccio ad un genitore o con le sue gambe e che a rimanere bloccata tra le porte fosse stato il suo corpicino e non la carrozzina. Subito dopo le porte si sono riaperte consentendo alla carrozzina di salire sul treno e dopo di lei sono saliti il padre e la madre della piccola.
Subito dopo, anche se c’era ancora gente che doveva salire, le porte si sono richiuse schiacciandomi, e non ero neppure l’ultima persona che stava salendo sul treno!
Finalmente a bordo…
Una volta a bordo abbiamo provato a fare le nostre rimostranze al capotreno, il quale avrebbe come minimo avrebbe dovuto farci le sue scuse a nome della compagnia: niente affatto!
Per lui il torto era tutto nostro, ha detto che ormai aveva fischiato, che c’era il segnale verde e che il treno doveva partire, anche perché era già arrivato in ritardo. Insomma il treno doveva partire e poco importa se dei passeggeri regolarmente paganti rischiavano di rimanere a terra. Nessuna colpa dei passeggeri. Il treno doveva recuperare il ritardo, quindi per un suo errore.
e il capotreno si arrampica sugli specchi
Il capotreno ha anche provato a dire che i passeggeri si erano attardati a salire perché devono fumare l’ultima sigaretta! Peccato che con noi abbia “toppato” clamorosamente: nessuno di noi 5 rimasti coinvolti in questo spiacevole incidente fuma, e ovviamente non fuma neanche la bambina!
Mi chiedo se ai corsi fatti al personale abbiamo insegnato che il “cliente ha sempre ragione”, soprattutto quando HA RAGIONE!
E ragione a parte, se siamo stati trattati così noi, un passeggero che ha veramente torto che si deve aspettare, di essere buttato giù dal treno in corsa?
Insomma, ridurre i tempi di sosta nelle stazioni è una pratica comune per recuperare il ritardo di un treno, ma questo può essere fatto a scapito dell’incolumità dei passeggeri? E poi mi chiedo, esiste un tempo minimo obbligatorio (immagino di sì) per la sosta di un treno in stazione per consentire la regolare salita e discesa dei passeggeri e dei loro bagagli?
Un tempo che sicuramente in questo caso non può essere stato rispettato, il treno quando ha iniziato a chiudere le porte era appena arrivato e altri passeggeri che erano già a bordo ci hanno riferito che dall’arrivo in stazione al nostro “incidente” non erano trascorsi neppure due minuti.
E’ stato solo un episodio, non posso certo per questo criminalizzare del tutto la compagnia, spero di avere altre occasioni migliori in futuro e “fare pace” con Italo, ma una delle persone coinvolte ha detto che per lui questa è la prima e ultima volta che viaggia con Italo.
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Aggiornamento: Italo ha letto questo post, ha rintracciato la mia prenotazione e mi ha telefonato per scusarsi e per sentire dalla mia voce su come sono andatati i fatti
6 thoughts on “Viaggiare con Italo, che delusione!”