Lasciata la città di Huè il viaggio prosegue con destinazione Hội An , dove arrivo il 12 agosto. Si trova nel Vietnam centrale, sulla costa.
Una città molto carina. Per visitare la parte storica è necessario acquistare dei ticket, però bisogna selezionare cosa si vuole vedere. Molto bello è il ponte costruito dai giapponesi e il porto.
Il giorno seguente noleggio una moto e mi reco ai siti archeologici di My Son, che rimangono a circa 60 km di distanza. C’è da dire che dopo aver visto, nei giorni iniziali, il fantastico sito di Angkor in Cambogia, non ci sono paragoni, ma mi rifaccio con i paesaggi e gli inconvenienti che si possono trovare per strada!
Nel pomeriggio faccio un salto alla beach, ne vale veramente la pena, anche per gustare qualche specialità che offre il mare.
Testo di Davide il fotografo
Siamo di nuovo al cospetto con uno dei siti vietnamiti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, dal 1999, una scelta legata all’ottima conservazione del suo porto commerciale sud-orientale datato tra il XV ed il XIX secolo, caratterizzato da edifici frutto di una straordinaria fusione di tradizione locale ed influenza straniera.
Cosa fare a Hội An
La città non è grande, ma è in grado di attrarre numerosi turisti che qui possono sbizzarrisi nello shopping locale. Non solo artigianato, ma anche vestiti su misura a prezzi davvero molto convenienti.
Curiosità
La lingua vietnamita è frutto dell’idea di Alexandre de Rhodes, un missionario francese, che diede vita all’alfabeto quoc ngu derivato dal latino. E fu grazie all’opera di evangelizzazione dei missionari che giunsero qui nel XVI secolo, che Hội An è stata la prima città a cristianizzarsi.
Lasciata Hội An, il viaggio di Davide prosegue verso Dalat e le cascate di Pangkor