Il patrimonio musivo di Umm al Rasas, vale una sveglia anticipata
Basta poltrire a letto, per il primo giorno in Giordania, viste le poche ore di sonno, si poteva fare una piccola eccezione, ma ora la sveglia inizia a suonare all’ora giusta. Cioè presto!
Alle 8 infatti, subito dopo colazione abbiamo lasciato Amman diretti verso il deserto. Prima di raggiungere il mitico Wadi Rum ci aspettavano delle tappe, la prima era il sito Umm al Rasas, Patrimonio dell’Umanità dal 2004. Quello che vediamo è solo una piccola parte, la maggior parte del sito archeologico infatti è ancora da scavare.
Il gioiello di Umm al Rasas sono i mosaici che facevano da pavimento alle chiese della città, ancora oggi molto ben conservati. I più belli sono quelli della chiesa di Santo Stefano. Una sorta di grande carta geografica della regione. Singolare come il sito si trovi relativamente vicino a Madaba, anch’essa famosa per la presenza di una grande carta geografica musiva
Attualmente sono in corso dei lavori di sistemazione, forse serviranno a rendere il sito più degno del titolo di Patrimonio dell’umanità, l’accesso al sito è libero, ma per assicurarsi la visita ai mosaici, abbiamo dato una mancia al guardiano che ci ha aperto il lucchetto del cancello che protegge i mosaici risalenti al 785 d.C. raffiguranti scene agresti e le immagini di dieci città della regione. Ad Umm al Rasas sono state rinvenute anche due torri che sarebbero la testimonianza della presenza di monaci stiliti. Che rappresentavano una caratteristica frequente del monachesimo orientale. In questo viaggio abbiamo fatto tappa anche in Siria al sito di San Simeone, vicino Aleppo che su una colonna visse per trent’anni.
La Lonley Planet dice che entro il 2006 sarebbe stato ultimato il nuovo centro visite e che il sito sarebbe diventato a pagamento. Però, noi siamo stati a fine 2007, ma del centro visite ancora non ancora ci sono tracce.