Viaggio in Islanda, Abyrgi: il rifugio degli dei

La leggenda ha anche una seconda parte che parla di come gli dei, per niente offesi per l’affronto subito, non abbiamo lasciato l’Islanda, ma si siano rifugiati ad Asbyrgi, il cui nome significa “rifugio degli dei”.
Da Asbyrgi poi gli dei avrebbero comunque continuato a vegliare sul Paese.

Seppur leggendaria questa non è l’unica particolarità di Asbyrgi. Quella che oggi maggiormente attrae qui i visitatori è un’altra. È lo straordinario canyon lungo 3 chilometri e mezzo e largo circa uno, a forma di ferro di cavallo.

L’impronta del cavallo di Odino

Il destriero che avrebbe lasciato l’impronta non è un cavallo qualunque, ma quello di Odino. Il velocissimo Slættur pur spostandosi in volo, accidentalmente toccò il suolo lasciando l’impronta di uno degli otto zoccoli (ve lo avevo detto che non era un cavallo qualunque!) sul terreno.

Siamo nel Parco Nazionale di Jökulságljufur

Il Parco Nazionale di Jökulságljufur prende il nome dal canyon che accompagna il corso del fiume Jökulsá e fu fondato nel 1973. Il canyon si estende per 153 kmq, seguendo per 35 km il corso del fiume Jökulsá á Fjöllum.

Fiume che secondo gli scienziati – i quali ovviamente non credono alle leggende- sarebbe il vero responsabile della bizzarra forma del ferro di cavallo.

In seguito ad una serie di eruzioni il calore sciolse parzialmente le acque del ghiacciaio Vatnajökull che – nell’ultimo periodo post-glaciale – provocarono due catastrofiche alluvioni.

Stiamo parlando di migliaia di anni fa, la prima avvenne tra gli 8 e i 10 000 anni fa, la più recente “appena” 3 000 anni fa.

L’acqua che si riversò a valle fu davvero tanta, basti pensare che anche se fu uno scioglimento parziale, il Vatnajökull è del terzo ghiacciaio del pianeta.

Per vedere il fiume occorre spostarsi più ad est, perché con il tempo il corso d’acqua ha cambiato il suo corso

Per ora rimandiamo il fiume e decidiamo di fare un trekking nella zona del canyon.

Per chi ha tempo e voglia il sentiero è percorribile in due giorni e conduce fino alla cascata di Dettifoss, noi invece ci siamo limitati a camminare qualche ora lungo il sentiero del canyon. A Dettifoss ci siamo andati più tardi, in auto.

Asbyrgi, sulla cima del rifugio degli dei

La scelta era tra il sentiero basso, che si snoda sul fondo della gola e quello alto che domina il paesaggio circostante.

Per non farci mancare niente ci siamo divisi in due gruppi. Una parte ha scelto il sentiero basso, gli altri quello alto. I due sentieri iniziano insieme, per poi separarsi più avanti quando un varco nella ripida parete, opportunamente attrezzato  con scala e corde, consente di raggiungere la parte più alta.

La differenza tra i due itinerari sta non solo nel panorama, ma anche nella vegetazione.

Quello basso è boscoso, dominato dalle betulle, il secondo dalle basse piante che caratterizzano la tundra.

Per questa passeggiata l’Islanda ci ha regalato una bellissima giornata di sole che ha resto il nostro trekking ancora più piacevole.

Un panorama che fa dimenticare ogni fatica

Dall’alto abbiamo ammirato la forma delle rocce, la cui struttura una leggenda lega al dispetto di mago che avrebbe pietrificato degli elfi (a proposito, pare che qui ci sia un’alta densità di popolazione di elfi, il cosiddetto “popolo nascosto”).

E gli scienziati cosa dicono?

Gli elfi e il mago non li prendono proprio in considerazione. Per gli scienziati la forma della roccia ha esclusivamente un’origine lavica.

Il laghetto alla base del canyon

Dall’alto si può ammirare anche il laghetto che si trova in basso, proprio nella curva interna del canyon.  Il laghetto è molto suggestivo e al termine della nostra escursione lo abbiamo raggiunto avvicinandoci con le auto e ci siamo riuniti al resto del gruppo. Con l’occasione ci siamo regalati anche un picnic nel prato, baciati dal sole.

La fioritura della tundra, un morbido tappeto colorato

Se capitate da queste parti, un’escursione qui è d’obbligo. Il canyon è sicuramente il più bello d’Islanda e tra i più suggestivi e belli del pianeta, al punto che molti lo paragonano al Grand Canyon in Arizona.

Quando lo scultore è la forza della Natura

 

One thought on “Viaggio in Islanda, Abyrgi: il rifugio degli dei

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *