L’Islanda è una terra fantastica, unica, in grado di stupire il viaggiatore dieci, cento, mille volte. Tra le mete imperdibili c’è sicuramente Askja, un antico, ma poi neanche tanto, vulcano.
L’ultima eruzione risale, infatti, al 1961. Ora riposa silenzioso in una zona interna dell’isola e per chi arriva in Islanda, raggiungere il cratere è un must Attenzione però quando prendete la vostra auto a nolo, ricordate che obbligatorio avere un’auto 4X4.
Questo per due motivi, primo perché comunque un’auto normale non sarebbe in grado di affrontare questi lunghi sterrati e soprattutto i guadi, secondo perché lungo gli sterrati è semplicemente vietato.
Se vi ricordate nel precedente post eravamo arrivati al rifugio Dreki che dista 8 Km dal posto ultimo dove arrivare in auto, il parcheggio da cui inizia il sentiero che porta fino ai due laghi: il gelido l’Oskjuvatn e il caldo Viti.
Quello che vi attende è una vera passeggiata lunare… senza arrivare sulla luna però. Askja non si può raccontare, bisogna andarci. Si cammina in un deserto lavico fino ad arrivare ai due crateri che ospitano altrettanti laghi, il contrasto di colori, ma anche di sensazioni, è incredibile.
Incredibile anche il forte vento gelido che soffia quassù. Appena scesi dalla macchina ci siamo avvolti ancora di più nelle nostre giacche a vento ed io ho fatto una cosa si cui mi sarei pentita amaramente: ho lasciato in macchina lo zainetto con costume e asciugamano. In quel momento avevo troppo freddo per pensare ad un bagno in un lago, anche se termale.
Devo dire che non solo stata la sola, ma un gruppetto, incurante della temperatura, aveva in mente solo un tuffo nel piccolo e lattiginoso Viti la cui acqua ha una temperatura che si aggira intorno ai 25 °.

Un’esperienza che mi sono persa e che. a sentire loro, sembrerebbe indimenticabile. E’ vero che faceva freddo, ma il lago occupa il fondo di un cratere, quindi è riparato dal vento e spogliarsi per fare il bagno diventa un piacere. Si, me ne sono pentita. Proprio io che non perdo occasione per fare un tuffo, neanche il
mare norvegese mi aveva spaventato E così per me niente bagno, in realtà qui il costume non è d’obbligo, anzi è un optional. L’usanza infatti è quella di fare il bagno nudi.
Forse il bagno nel Viti è la ciliegina sulla torta di questa escursione, però anche restando asciutti arrivare fin quassù merita le ore di viaggio, i guadi, i panini del giorno prima.
E’ un luogo deserto e inospitale, ma va assolutamente visto. Prima abbiamo fatto un tentativo di giro del piccolo cratere del Viti, ma il sentiero si interrompe per motivi di sicurezza, poi ci siamo spostati verso il vicinissimo Lago Öskjuvatn che occupa la caldera del vulcano. Il lago ha riempito la cavità dando origine al lago più profondo di tutta l’Islanda (220 m) è il più profondo di tutta l’Islanda.
Alla fine il freddo ha avuto la meglio ed abbiamo preso la via del ritorno, prima le macchine, poi di nuovo breve pausa al rifugio, per poi riprendere il nostro viaggio nell’interno dell’isola, Ci attendeva sua maestà il Vatnajokull.