La mattina del 30 dicembre la sveglia è suonata alle 6,30. Sono uscita dal mio “bozzolo” e mi sono allontanata dal campo alla ricerca di una duna che concedesse un minimo di intimità, ma a quell’ora, in piedi, vagando tra le sabbie del Sahara, erano già in molti.La ricerca del mio angolo di privacy è così durato più del previsto. Forse questo non vi interesserà molto, ma fa comunque parte del viaggio.
Tornando verso il campo ho incontrato facce sconvolte e persone che faticavano ad assumere pienamente la posizione eretta, erano quelli che non avevano dormito per il freddo.
Come avrete già capito dal titolo, il motivo di una sveglia così mattutina è legato al sorgere del sole. Insomma, dopo aver visto il tramonto, non potevamo non vedere l’alba, anche perché chissà quando passeremo di nuovo una notte nel deserto!
Anche se a dire il vero c’è stato anche chi non ne ha voluto prorpio sapere di aprire gli occhi a quest’ora ed ha preferito continuare a dormire e qualcuno anche a russare.
E’ iniziata così la conquista della duna migliore dalla quale attendere che il sole iniziasse a illuminare e colorare il paesaggio. E’ incredibile vedere le colorazioni rossastre che pian piano ha assunto la sabbia. Un colore rosso che poi, man mano che il sole si alzava all’orizzonte, si tramutava in giallo oro e poi un color cipria.
Per me questa è stata la seconda alba nel deserto. La prima fu nello Wadi Rum, il deserto roccioso della Giordania, ma fu diverso.

Bene, il sole è sorto, l’alba l’abbiamo vista, ora si fa colazione.
Beh, il programma era più o meno questo, ma tra noi e la colazione c’era ancora un’ora e mezza di dromedario!
Abbiamo così raccolto tutte le nostre cose e ci siamo rimessi in cammino, ma qualcuno, pur di evitare quella “tortura” ha preferito fare ritorno a piedi. Man mano che le carovane si mettevano in marcia erano sempre più le persone a piedi e i dromedari liberi.
Il nostro gruppo ha avuto un piccolo incidente, per fortuna senza conseguenze. Un dromedario si è alzato improvvisamente mentre una delle ragazze stava salendo. Lei è caduta sulla sabbia e se l’è cavata solo con un po’ di comprensibile spavento.
Come vi ho già detto, durante la marcia molti scendevano dal dromedario per proseguire a piedi. Anche nella mia carovana abbiamo avuto una rinuncia, una ragazza che scesa del dromedario è diventata un provetto il cammelliere!

Era iniziato per gioco, tanto per provare l’esperienza di guidare un cammello, al quale ne erano attaccati cinque o sei. E’ stata bravissima, grazie anche ai consigli del vero cammelliere (che ovviamente ha tentato di “comprarla”: oltre ad essere una bella ragazza aveva dimostrato di essere un’ottima cammelliera) siamo riusciti a superare quasi tutte le carovane partite prima di noi e raggiungere la base per secondi. Ma solo per un incollatura!
Per il cammelliere l’arrivo alla base è stato un momento di gloria: lui che passeggiava tranquillo mentre una ragazza lavorava per lui. Chissà quando gli ricapiterà. A proposito, le trattative per l’acquisto della moglie non sono andate in porto prerché il suo legittimo findanzato non era disponibile ad accettare l’offerta.
Si concludeva così il nostro viaggio nel deserto del Marocco. Prima il tramonto, poi la cena, la notte in tenda ed ora l’alba
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