Lo stupa di Bodhnath, simbolo del Nepal

Tra le cose imperdibili di una visita in Nepal, c’è sicuramente lo stupa di Bodhnath, a Kathmandu, la cui immagine è un po’ il sinonimo iconografico del Paese.

stupa

Mi ricordo questi occhi colorati di Buddah tra le tante bandiere colorate sul mio libro di geografia delle medie. Un’immagine che mi ha affascinato per anni e che la scorsa estate ho avuto il piacere di vedere dal vivo.

In Nepal ci sono molti stupa e, a grandi linee si assomigliano un po’, ma Bodhnath è il più grande del paese e uno dei più grandi del mondo.

Bodhnath però è molto più che un semplice stupa, anche se monumentale, è un importante centro religioso, “uno dei pochi posti al mondo – cita la Lonley Planet ” dove la cultura tibetana è accessibile, vivace e libera”.

Dopo l’invasione cinese della loro terra i tibetani fuggirono in esilio e si rifugiarono principalmente in Nepal e in India.

Bodhnath
Importante centro religioso

Attualmente qui vivono circa 12mila persone e come in una normale comunità svolgono diverse attività, la maggior parte delle quali legate al turismo e alla vita religiosa. Intorno allo stupa molti ristoranti in cui mangiare qualcosa, tutti rigorosamente con una terrazza con vista sullo stupa e tutto intorno piccole botteghe, templi e luoghi di preghiera.

Occhi di Buddha


Si incontrano anche molti studenti buddhisti stranieri che giungono qui per approfondire i propri studi.

Stupa Bodhnath


La storia buddhista di questo luogo è molto antica, lo stupa attuale risale al XIV secolo, ma fu realizzato dove ne sorgeva uno più antico, pare del VII secolo. Lo stupa è nato come grande reliquario, non si sa che cosa celi quello di Bodhnath. Qualcuno ritiene vi sia un frammento osseo del Gautama Buddha.

Quello che è certo è che qui si sente una fortissima carica emotiva e spirituale. Se in Nepal i templi induisti sono off limits per gli stranieri, per quelli buddhisti tibetani è decisamente il contrario. I monaci sono ben felici di accogliere i visitatori. E assistere ad una cerimonia buddhista è un’esperienza indimenticabile soprattutto per l’atmosfera e le sonorità, le voci della preghiera corale e degli strumenti, che entrano e fanno vibrare il corpo.


Le cerimonie non si svolgono ad orari fissi, quindi se vi dovesse capitare di imbattervi in una cerimonia buddhista, levatevi le scarpe entrate senza timore: sarebbe i benvenuti. Sedevi in terra sui cuscini che troverete lungo il muro, poi chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare dai suoni.

Se poi dovesse capitarvi che un monaco vi offra una bevanda biancastra, fatevi forza: è tè al burro di yack il cui sapore è anch’esso indimenticabile. Anche questa però è un’esperienza da provare, magari bevetene solo un sorso. Il consiglio che vi posso dare è quello di non farlo freddare, riesce ad essere persino peggio!

I monasteri e i templi vivono di elemosine, quindi all’uscita non bisognerebbe mai dimenticare di fare un’offerta, anche piccola.

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