Changu Narayan, uno dei templi più importanti di tutto il Nepal, può essere raggiunto anche con un piacevole trekking con partenza da Nagarkot. Da qui il cammino prosegue fino a Bhaktapur
Lasciata Nagarkot e gli sciamani ci siamo avviati verso Changu Narayan per poi arrivare a Bhaktapur dove ci attendenva la festa del Gai Jatra
L’itinerario prevedeva un breve e piacevole trekking che partiva da sotto Nagarkot fino a Changu Narayan.
Uno splendido panorama, nella foto a sinistra, sullo sfondo, nascoste tra le nuvole, alcune vette himalayane imbiancate.
Per un’imprevisto avevamo necessità di ottimizzare i tempi così abbiamo deciso di fare l’ultimo tratto, quello da Changu Narayan a Bhaktapuri, in pulmino. Da Nagarkot a Changu Narayan sono circa tre quattro ore da qui per Bhaktapur ci vuole ancora un’oretta di cammino, ma non avevamo tempo.
Il percorso da Nagarkot a Changu Narayan è semplice, ma il caldo si fa sentire un po’, anche perché le zone all’ombra non sono molte.
La camminata ci consente non solo di attraversare paesaggi incantevoli, ma anche di vedere, prima in lontananza, poi da vicino, il tetto dorato del tempio stagliarsi nel paesaggio.
Il tempio di Changu Narayan
Il tempio di Changu Narayan è dedicato a Vishnu, nella sua reincarnazione come Narayan ed ha origini molto antiche, risalenti al IV secolo.
Quello attuale fu è una ricostruzione nel 1702, in seguito ad un incendio. All’interno dell’immagine di Vishnu vede da un lato la testa e dall’altra il corpo, questo perché secondo una leggenda fu proprio qui che il dio fu decapitato. Come molte leggende induista, anche la leggenda di Changu Narayan è molto colorita e complicata
Il tempio è molto bello anche se l’attuale aspetto è frutto di una serie di rifacimenti, Il primo del 1500 e il secondo del 1702 quando fu devastato da un incendio. Nonostante questi rimaneggiamenti l’edificio può vantare alcuni ornamenti molto antichi
L’accesso è vietato ai non induisti, ma anche solo girare intorno a questo edificio e ammirare le statue e le travi di legno intarsiato, vale una visita. E che dire delle donne che lavano i panni nella vasca del sacro lingam!