Le gole di Chobar distano appena 6 chilometri da Kathmandu, ma qui il paesaggio cambia bruscamente. Tra le cose da vedere a Chobar c’è il il Tempio di Adinath Lokeshwar, caratterizzato da pentole appese

Dopo aver lasciato Kathmandu e i suoi dintorni ci siamo immersi nel verde della valle omonima che giace ai piedi dell’Himalaya.
Prima tappa le gole di Chobar, a circa 6 chilometri dalla capitale. Una spaccatura nelle montagne attraversata dal fiume Bagmati.
A queste gole è legata una delle tante leggende nepalesi. Si racconta infatti che un tempo la valle di Kathmandu era un grande lago, poi un colpo di spada di Manjushri spaccò la montagna, dando origine alle gole, dalle quali defluì tutta l’acqua. Con l’acqua furono trascinati fuori dalla valle numerosi serpenti, ma ce n’è uno che ancora vive da queste parti, è Kartotak il “re dei serpenti”
Leggenda, ma anche storia geologica. Un lago, milioni di anni fa, occupava realmente la valle, e la sommità della collina di Swayambhunath emergeva come isola. Poi con il tempo le acque si prosciugarono e il lago lasciò il posto alla valle.
Per attraversare le gole c’è un ponticello sospeso dal quale si vede un bella vista della spaccatura e del tempio di Jal Binayak, che sorge in basso e che si affaccia sulle acque del Bagmati.
Si tratta di uno dei più importanti santuari della valle dedicati a Ganesh. La caratteristica del tempio è data da un grande masso che i fedeli ritengono possa far passare il mal di schiena. Inutile dire che ne abbiamo approfittato, i problemi di schiena sono sempre dietro l’angolo e se davvero la pietra funzionasse non vogliamo perdere l’occasione.
Prima tappa le gole di Chobar, a circa 6 chilometri dalla capitale. Una spaccatura nelle montagne attraversata dal fiume Bagmati.
A queste gole è legata una delle tante leggende nepalesi. Si racconta infatti che un tempo la valle di Kathmandu era un grande lago, poi un colpo di spada di Manjushri spaccò la montagna, dando origine alle gole, dalle quali defluì tutta l’acqua. Con l’acqua furono trascinati fuori dalla valle numerosi serpenti, ma ce n’è uno che ancora vive da queste parti, è Kartotak il “re dei serpenti”
Leggenda, ma anche storia geologica. Un lago, milioni di anni fa, occupava realmente la valle, e la sommità della collina di Swayambhunath emergeva come isola. Poi con il tempo le acque si prosciugarono e il lago lasciò il posto alla valle.
Per attraversare le gole c’è un ponticello sospeso dal quale si vede un bella vista della spaccatura e del tempio di Jal Binayak, che sorge in basso e che si affaccia sulle acque del Bagmati.
Si tratta di uno dei più importanti santuari della valle dedicati a Ganesh. La caratteristica del tempio è data da un grande masso che i fedeli ritengono possa far passare il mal di schiena. Inutile dire che ne abbiamo approfittato, i problemi di schiena sono sempre dietro l’angolo e se davvero la pietra funzionasse non vogliamo perdere l’occasione.

Lasciato il tempio siamo saliti al vicino villaggio di Chobar.
Generalmente si raggiunge questo villaggio solo per visitare il Tempio di Adinath Lokeshwar (eretto nel XV sec. e ricostruito nel 1640) dedicato a Rato Machhendranath, divinità molto popolare nella valle. Il santuario ha la particolarità di avere un incredibile quantità di pentole e scodelle appese accanto al tempio e dedicate alle persone defunte.
La cosa più sbagliata da fare è andare via subito dopo aver visitato il tempio. Anche il villaggio merita una visita. Si tratta di uno straordinario esempio di vita di un villaggio nepalese con un groviglio di vecchie strade che circondano la zona del tempio