Viaggio in Nepal: trekking tra le risaie

Il Nepal è la terra del trekking. Con il mio gruppo abbiamo scelto di fare anche noi un trekking, nulla di particolarmente impegnativo, prima un breve trekking per Changu Narayan e poi uno un po’ più lungo, da Lubhu a Godawari, attraverso le risaie.

bambino nepalese

Al trekking non hanno partecipato tutti, qualcuno ha preferito provare l’esperienza del rafting, altri hanno deciso di restare a Patan e girare per negozietti. Il lato positivo è stato che il gruppo trekking era frutto di autoselezione. Eravamo tutti piuttosto abituati a camminare e così abbiamo così potuto percorrere l’intero percorso in 5 ore, meno di quelle previste in fase di organizzazione.

Partenza di mattina presto

La partenza per il trekkkng è stata di buon ora, una scelta obbligata per evitare di camminare sotto il sole a picco.

bambini

Siamo partiti dal piccolo villaggio di Lubhu. Partiti, ma per fermarci subito. La nostra guida conosceva delle persone del luogo e così ci siamo fermati a prendere un tè prima di iniziare il cammino. Da qui abbiamo iniziato il nostro trekking.

Il percorso non è faticoso, è quasi tutto falso piano, tranne due salite piuttosto ripide, inoltre il cielo coperto non ci ha fatto soffrire troppo di caldo.

Incontro con i bambini

Il sentiero ci ha permesso di camminare prima tra i villaggi rurali e poi tra le risaie.
Il contrasto tra il colore del cielo e il verde intenso delle piante del riso è sorprendente. Durante il cammino abbiamo incontrato tantissimi bambini, tutti ci hanno accolto con un bel sorriso.

bambini

Bambini, ma anche piccoli adulti che riescono a coniugare il gioco con la responsabilità, precoce, di accudire i fratellini più piccoli. D’altra parte è inevitabile, i genitori sono al lavoro nei campi e questa è la prassi.

Un impegno che li vede occuparsi anche dei neonati. Una semplice cesta appesa in veranda custodisce il neonato, quando piange basta poco a farlo smettere: un rapido gesto della mano che fa oscillare la cesta il più delle volte sembra sufficiente a calmare il pianto.

Lungo trekking abbiamo incontrato tanti bambini, molti impegnati a far giocare i loro aquiloni. Giocattoli semplici, tutti costruiti con materiale di recupero. A vederli mi sono venuti in mente quelli che costruivo io da bambina, nonostante le folli corse sul prato, difficilmente si alzavano in volo, questi invece si alzavano in cielo nonostante l’aspetto poco promettente.

Passaggi stretti, anzi strettissimi

Durante il sentiero abbiamo raggiunto un originale santuario che aveva un percorso scavato nella roccia, con un passaggio così stretto che avevo forti dubbi sulla possibilità di passarci attraverso. Ma sono passata!

santuario


Fare trekking nella stagione monsonica

Viaggiare in Nepal in epoca monsonica non è stato drammatico, ogni tanto un po’ di prevedibile pioggia, ma nessun problema serio. Certo se poi la pioggia monsonica ti prende durante un trekking potrebbe essere un problema, ma l’accoglienza dei nepalesi va oltre ogni aspettativa.

Ad accompagnare il nostro trekking ad un certo punto è stato il cielo coperto, una condizione che ci ha risparmiato dal gran caldo, ma le nuvole, si sa, sono segnale di pioggia, soprattutto nella stagione monsonica.

E così la pioggia, tutt’altro che a sorpresa, ci ha colto mentre attraversavamo le risaie. Forse la peggiore di tutto il viaggio. Un violento acquazzone che non da molte scelte: cercare un luogo riparato. Sì, ma dove, le risaie sono certo il posto meno adatto in questa situazione.

Il nostro rifugio è stato una casa rurale, dove una famiglia di contadini nepalesi ci ha invitato ad entrare.

bimbi

Ci hanno accolto con ospitalità, offrendoci un rifugio, sgabelli su cui sederci e un tè caldo per rifocillarci.

È qui che – tra bambini, anziane, papere e capre – abbiamo quindi atteso che spiovesse. Il monsone è così, porta piogge, anche abbondanti, ma il più delle volte si tratta di acquazzoni temporanei che rinfrescano l’aria.

Finita fine la pioggia abbiamo ringraziato per l’ospitalità ed abbiamo ripreso il percorso verso Godawari.

Dal trekking al set

Non solo risaie, il nostro trekking ci ha portato anche in un giardino giardino botanico dove, a sorpresa, abbiamo assistito alle riprese di un video musicale con il divo del momento. Inevitabilmente questo ha suscitato mille commenti e pettegoli. A vederlo era veramente uno spasso con tanto di scarpe, decorate dalla bandiera britannica, abbinate alla giacca.

Godawari rappresentava l’ultima tappa del nostro trekking, qui ci attendeva il pulmino per riportarci prima a Patan a raccogliere il resto del gruppo, quindi a Kathmandu dove si sarebbe concluso il nostro viaggio in Nepal.

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