
Pranzo. Ci vuole coraggio a chiamarlo pranzo. Insomma, il solito panino. Questa volta però lo abbiamo mangiato in un luogo un po’ inconsueto, sul muretto del cimitero! Non so chi lo abbia scelto, l’idea iniziale era quella di pranzare nel giardino davanti al lago, ma quando ho raggiunto il gruppo il programma era cambiato perché non erano riusciti ia trovare il lago.
Una pausa tecnica per poi proseguire -finalmente – verso Bergen, che sorge lungo il Songefjord. La sistemazione in ostello non è stata delle migliori. Avevamo una camera da 6, molto carina con bagno privato, ma gli altri 10 erano tutti in una camerata mista da 32 letti, con bagno in comune. Da notare il singolare! Non so cosa sia peggio, se dormire con altre 31 persone, molte delle quali sconosciute o condividere con loro un unico bagno.
Vista la situazione i ragazzi si sono offerti di dormire loro nella camerata lasciando la stanza a noi donne, ma noi eravamo in 8, così Monica e Sabrina si sono offerte volontarie per la camerata. I bagagli invece sono stati sistemati tutti nella nostra stanza, per la serie fidarsi è bene e non fidarsi è meglio.

Pare che a Bergen la media dei giorni di pioggia sia di 260 all’anno. Incredibile a dirsi, dopo aver trovato tanta pioggia, proprio qui a Bergen ci ha accolto una giornata di sole pieno, come dimostra anche la foto qui sopra.
Una giornata perfetta per passeggiare. Abbiamo così trascorso tutto il pomeriggio in giro per la città, divisi in gruppetti sparsi.
Bergen è una città molto carina, anche grazie alla posizione sul mare e per le montagne che la circondano. Una città molto vivace e piena, forse troppo, di turisti, che le danno sì un’atmosfera internazionale, ma al tempo stesso fa perdere alla città la tranquillità alla quale ci ha abituato fino a questo momento la Norvegia.

Prima tappa il Torget, il mercato del pesce che si trova a due passi dal nostro ostello.
Qualcuno ne ha approfittato per fare un assaggino di pesce crudo, ma nessuno ha osato assaggiare la balena. Prima di partire ero stata molto categorica: la balena è un animale in via di estinzione e non si mangia.
Farlo significherebbe legittimare il comportamento della Norvegia che, in barba alla moratoria internazionale, è un paese baleniero. Ovviamente non avrei potuto impedirne l’assaggio, ma sono contenta che non ce n’è stato bisogno. Bravi ragazzi!

Bergen vanta un passato di tutto rispetto, quella di capitale della Norvegia. Questo però avveniva molto in passato, tra il 12 e il 13 secolo, nel 17 secolo contava 15mila abitanti ed era la sede della monarchia. Oggi il numero di abitanti è sceso drasticamente a 231mila, ma ad animare la città sono i tantissimi turisti che arrivano qui per visitare soprattutto il quartiere di Bryggen, lungo il porto con le casette abitate, ai tempi della lega Anseatica, dai commercianti tedeschi e i magazzini portuali oggi trasformati per la maggior parte in negozi, bar o ristoranti.

L’aspetto medioevale del Bryggen è in parte andato perduto con l’incendio del 1702 che distrusse molti edifici, al posto dei quali arrivarono edifici in pietra.
Ed ecco che torniamo a parlare di incendi.

La sera al Torget i banchi del pesce lasciano il posto a banchetti che vendono pesce fritto, come resistere? No non si può resistere e così per cena ci siamo lasciato tentare: un bel piatto di pesce fritto, patatine, una birra e poi nuovo giro notturno prima di tornare in ostello. Rientro forzato perché c’è il coprifuoco a mezzanotte qualcuno ha detto fuoco?
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