La sistemazione a Copenaghen è perfetta. Dormiamo al Danhostel Copenhagen City. Un ostello è grande e pulito. E’ un po’ fuori città, ma ha il vantaggio di essere vicinissimo all’aeroporto e a due passi da una fermata di metropolitana.
Questo ci ha permesso di lasciare le macchine al parcheggio e raggiungere il centro senza problemi in pochi minuti.
La prima giornata, o meglio serata in città è stata all’insegna del cielo sereno e questo ci ha consentito di fare un giro in tranquillità e goderci le atmosfere serali di Copenaghen.
Cosa che non abbiamo potuto fare il giorno successivo.
Quella del 23 agosto è stata la giornata peggiore, dal punto di vista meteo, di tutto il viaggio.
Ma era la nostra unica giornata piena a Copenaghen, potevamo lasciarci scoraggiare da due(mila) gocce di pioggia?
Certo che no. E così con i nostri ombrelli e Kway, che saranno messi a dura prova, abbiamo affrontato la città. Pioveva veramente troppo e così ad un certo punto ci siamo rifugiati in biblioteca a bere un caffè.
Il giro di Copenaghen non poteva ovviamente trascuare Cristiania e la Sirenetta.
I temerari che non hanno fatto rientro in ostello senza aver visto la Sirenetta erano ormai completamente bagnati fin nella biancheria intima.
Praticamente era più asciutta la Sirenetta di noi.
E visto che ormai più bagnati di così non potevamo essere, Silvia ha convinto Paolo a rimboccarsi i pantaloni, entrare in acqua e raggiungere la Sirenetta.
Soddisfatti per aver compiuto il rito di rendere omaggio al simbolo di Copenaghen siamo tornati in ostello.
Non avevamo alcuna intenzione di cenare fuori, ma in ostello ai gruppi la cucina è interdetta e così abbiamo ordianato una cena a domicilio da un certo Al Addin. Il tutto annaffiato da birra. Si proprio birra, quella che è vietato portare in ostello. Però se si compra in ostello è tutto ok.
La mattina del 24 agosto, il giorno della partenza, Copenaghen ci ha regalato una giornata indimenticabile, un sole caldo e una giornata tersa. Era quello che ci voleva dopo la pioggia del giorno precedente.
Peccato che di questa giornata potevamo sfruttarne solo metà, nel pomeriggio dovevamo essere in aeroporto!
Nuovo giro, un po’ di shopping (io ho comprato dei biscotti) e giro in battello. Io che ero rimasta delusa da quello di Oslo non lo avrei voluto fare, ma sarei stata l’unica e così sono andata anche io. Una scelta un po’ forzata, ma non me ne sono pentita. È stato un giro bellissimo! Per pranzo un panino (come dice la pubblcità) e poi tutti all’aeroporto, dove il gruppo si è diviso.
I ragazzi che dovevano andare a Milano e VAbbiamo provato a raggiungerli al gate, ma erano già in aereo e allora dietro alla vetrata abbiamo atteso che il velivolo lasciasse l’area di parcheggio per poi avviarsi verso la pista di decollo.
Un altro tentativo di raggiungerli lo abbiamo fatto a Francoforte, ma al nostro arrivo al gate il loro imbarco si era appena concluso.
A Francoforte avevamo meno tempo, avevamo anche noi un aereo da prendere e così ci siamo avviati al nostro gate, delusi per aver mancato per poco l’incontro con i nostri amici.
Con loro avevamo condiviso 15 giorni di viaggio e di vita in comune e già ci mancavano.