Primo giorno del 2008.
Lasciamo Aleppo ci muoviamo verso Hama dove trascorremo la notte. Nel corso del viaggio di trasferimento abbiamo fatto tappa alla città morta di Serjilla, situata a circa 700 metri di altezza nella regione desertica del Jebel Riha. Serjilla una delle tante città morte siriane, circa 800, fondate in epoca cristiana.
Rispetto alle altre, Serjilla è abbastanza celebre, perché tra tutte è quella giunta fino a noi con il maggior numero di edifici ben conservati. Sembra un luogo molto suggestivo, peccato però che quando ci siamo stati noi era un cantiere, con tanto di operai intenti ai vari lavori di ristrutturazione. Il cantiere rientra in un progetto per dotare il sito di nuovi percorsi. Ancora non è completo, ma presto consentirà una milgiore esperienza di vista che consentirà anche di avere un’immagine abbastanza completa di come poteva essere la vita quotidiana della città.
La città morta di Serjilla è caratterizzata dalla presenza di numerosi edifici residenziali signorili e chiese risalenti al V e al VI secolo d.C.
Serjilla mostra i resti di un insediamento bizantino, case, chiese, ma anche tombe e bagni..
Città morta, sperduta, si ma da dove è saltato fuori l’omino con i biglietti alla mano, pronto ad intascare le 75 £S a cranio.
Tra gli edifici pubblici più interessanti c’è l‘Andron. un edificio che ospitava gli uomini. Era una sorta di albego. Gli spazi erano suddivisi in spazi di servizio e utilizzate dagli uomini ospiti, compresa una sala riunini e una zona termale. Il colonnato del portico a due piani è caratterizzato dalla presenza di capitelli dorici-sirian, tipico degli edifici residenziali. Serjilla era una piccola città, fondata nel 473, che si occupata principalmente di agricolturra. Produceva olive, olio d’oliva, uva, vino e grano. Serjilla fu poi abbandonata nel VII secolo quando gli arabi conquistarono la regione e interruppero le rotte mercantili tra Antiochia e Apamea .
