Viaggio in USA: Bryce Canyon

12 agosto 2005

Giornata cruciale per il viaggio… cruciale ma anche un punto di svolta.
Al nostro risveglio a Page alcune ragazze, le stesse che sono giorni che rompono le scatole, avevano deciso di fermarsi a Page e mandare a monte l’itinerario in programma. Un’idea all’insegna del relax sul lago. In realtà il loro obiettivo era quello da tempo, ne avevano le scatole piene dei parchi e volevano fermarsi nelle città. 

Perché allora scegliere un viaggio nei parchi? Questo non lo capirò mai.Per raggiungere il loro obiettivo hanno tentato di convincere altre persone e ci erano quasi riuscite, ma la sorte giocava contro di loro.
Fermarsi a Page infatti non si è rivelato possibile perché era tutto prenotato. Loro malgrado hanno dovuto adeguarsi al programma prestabilito e proseguire verso il Bryce Canyon, ma con il “muso” e un atteggiamento da boicottaggio.
La prima cosa da dire è che il Bryce Canyon, nonostante il nome, non è un canyon. Questo splendido Parco nazionale, celebre per i suoi pinnacoli, è più che altro un enorme anfiteatro erosivo, il tutto creato dal lavoro paziente dei acqua, vento e ghiaccio.
Il Bryce Canyon, esteso per circa 145 km², ha un’altitudine che varia tra 2400 m e 2700 m ed è caratterizzato dalla straordinaria colorazione delle rocce, con sfumature che vanno dal rosso, all’arancio al bianco. Un panorama splendido, offuscato però, ancora una volta dalla pioggia che ci ha costretto ad una visita frettolosa.
Una curiosità: il nome deriva da quello di Ebenezer Bryce, che si stabilì qui con la sua famiglia nel 1880. Se a noi questo oggi sembra un posto fantastico, per Bryce altro non era che “il posto peggiore dove perdere una mucca”.

 

Non era passato ancora mezzo secolo da questo insediamento che l’area venne proclamata prima monumento nazionale (1924) poi Parco nazionale (1928).

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