11-12 agosto 2005
Se credete che negli USA tutto è moderno e che non ci siano segni del passato di questa terra sbagliata… qualcosa di antico si trova. Resti che appartengono alla storia dei nativi americani, gli indiani appunto. Un esempio lo troviamo proprio nel Canyon de Chelly abitato dal 300 al 1300 circa. I resti situati nella Grotta delle Mummie furono realizzati nel 1280. dalla popolazione proveniente dalla Mesa Verde. Fu solo nel solo nel 1882 che una spedizione archeologica giunse in quest’area e scoprì l’antico sito.
Qui domina il panorama desertico, caratterizzato dalle alte e maestose pareti pareti rosse rocciose del canyon, ma lungo il fiume le condizioni ambientali consentono la presenza di macchie verdi, alberi come pioppi e querce, ma soprattutto zone coltivate, perché non bisogna dimenticarlo i navajo sono un popolo di agricoltori.
Qui il tempo e l’acqua ha agito per secoli, lavorando pian piano e disegnando un canyon con pareti che vanno dai 9 ai 300 metri.
Potrei dire che questo è il posto più bello che ho visto nel mio viaggio, ma mi limiterò a dire che uno tra i più belli e suggestivi. Forse perché ha un qualcosa di magnetico, di magico che negli altri parchi non ho trovato. Ognuno comunque ha la sua caratteristica che lo fa inserire tra le località più belle.
La caratteristica del Canyon de Chelly forse è dato alla Spider Rock, alta circa 250 metri dove, secondo una leggenda navajo, visse la Donna Ragno.
Dopo aver pronunciato male il nome di questo posto ho poi scoperto che si pronuncia “Canyon de Shay”, che poi siginfica semplicemente Canyon roccioso.
Al Canyon da Chelly avremmo voluto trascorrere due notti, ma studiando bene i percorsi abbiamo pensato che forse si poteva recuperare il Bryce Canyon, perso per la pioggia.