Altro che relax alle terme!
Villeinblue sabato pomeriggio ci fa fare un pieno di cultura e bellezza nel Veneto centrale, dove Andrea Palladio, i suoi allievi e i successori hanno sublimato un ideale classico di bellezza e ne hanno fissato nuovi standard, tuttora utilizzati.
Come i ricchi europei facevano nell’Ottocento con il classico Grand Tour, come nel Viaggio in Italia raccontato da Wolfgang Goethe giusto duecento anni fa, visitiamo due ville venete accompagnati da guide d’eccezione: i proprietari di nobile casato, che aprono le loro dimore e ce le raccontano nel migliore dei modi, con la storia e gli aneddoti, i problemi di gestione e le opportunità offerte dai nuovi turisti in arrivo in Italia. E soprattutto ci parlano col cuore, come solo loro possono fare.
Villa Barbarano e Villa Sandi: lo stile del Palladio abbinato agli ottimi vini del Veneto
Villa di Maser o Villa Barbaro
La Villa di Maser o Villa Barbaro è l’apoteosi palladiana nella perfezione delle forme, delle proporzioni, della prospettiva. Diamante e Vittorio, gli attuali proprietari, sono una coppia stupenda, semplicemente eleganti, che danno una nuova chiave di lettura anche a me, giunta alla terza visita alla villa e non stanca.
L’incontro fortunato tra Andrea Palladio e Paolo Caliari, il Veronese, ha generato cinquecento anni fa un gioiello unico al mondo, patrimonio UNESCO, che si vede da lontano percorrendo la statale.
Il lungo profilo della villa, chiaro, inconfondibile, taglia in direzione est – ovest la pianura veneta lungo il fianco di verdi colline. Guarda a sud verso Venezia, madre di tutte le ricchezze del Veneto, ma anche a nord dove le stesse colline boscose portano in villa l’aria migliore o trattengono l’aria secondo le stagioni, come un climatizzatore naturale valido sia per rinfrescarne gli ambienti nelle estati più calde, sia per proteggerla dai freddi venti invernali. Il bosco e le coltivazioni (cereali e vigneti, ma con una parte importante di prato) costituiscono una proprietà di circa 600 ettari, ben suddivisa e amministrata per produrre reddito e salvaguardare l’ambiente circostante.
Attraverso il tempietto accediamo a un vialetto ornato di bellissime rose fiorite e tanti altri fiori profumati, seguito dal portico arioso, concepito per proteggere gli operatori al lavoro ma anche i nobili di passaggio da una parte all’altra della villa.
Alla nostra sinistra uno splendido giardino all’italiana introduce alla villa, collocata al centro della tenuta agricola e costruita quale dimora di campagna, sede di rappresentanza della famiglia e come detto per produrre reddito, grazie alla terra fonte primaria di tante risorse tra cui oggi primeggiano i vini pregiati.
Mettiamo delle grosse pantofole ai piedi che hanno una duplice funzione: contribuire a lucidare il pavimento senza rovinarlo e contare gli ingressi (c’è una biglietteria e c’è pure il bookshop all’ingresso ma è bene contingentare i visitatori a gruppi di massimo 30 persone). Gli ingressi di gruppo avvengono invece su prenotazione.
Le forme esterne snelle e lineari lasciano il posto allo stupore più profondo che si prova all’interno, dove negli affreschi che ornano pareti e soffitti si osserva la sinergia Palladio – Veronese, con l’esaltazione dell’amore e la visione positiva del futuro, in un percorso di miglioramento continuo della condizione umana.
Paesaggi realistici vicini e lontani, antiche divinità come Venere e Apollo, putti e bambini, personaggi che si sono avvicendati nella villa ci salutano e raccontano per immagini la storia della famiglia Barbaro. Veronese utilizza anche tecniche pittoriche come il trompe l’oeil che tanta fortuna avranno dal Settecento in poi. Al centro della villa la Sala a Crociera ne costituisce il cuore, con il ciclo pittorico più bello e con una visuale aperta verso l’esterno in tutte le direzioni, sui quattro punti cardinali.
Il Ninfeo, collocato all’estremità orientale, è caratterizzato dagli stucchi di un altro artista cinquecentesco, Alessandro Vittoria, che tanto ha contribuito alla bellezza della Villa di Maser. Il Ninfeo aggiunge armonia a queste forme già perfette e allieta la visita con il lieve rumore di sottofondo dell’acqua che scorre, acqua di fonte utilizzata per secoli nella villa e nelle attività agricole. In questo spazio dall’acustica perfetta si tengono concerti durante tutta l’estate in un’atmosfera magica e unica. I Solisti Veneti diretti dal maestro Claudio Scimone hanno aperto la stagione 2015 lo scorso 5 luglio.
Durante tutta la visita sgambetto tra le sale cercando di ascoltare il più possibile le spiegazioni dei nostri ciceroni d’eccezione: Diamante e Vittorio sono dei padroni di casa eccezionali e mi sento super fortunata a poter rivedere la loro villa in loro compagnia.
Tutto questo è possibile grazie a VilleGrandTour, la rete di dimore storiche a cui appartiene appunto anche la Villa di Maser. Un’idea geniale nata dall’esperienza sul campo di Bona Zanuso, animatrice della società, oggi coadiuvata da specialisti nell’ospitalità che con lungimiranza si è posta quest’obiettivo ambizioso: fare delle ville venete un sistema integrato pari o superiore come fascino ai Castelli della Loira, capace di attrarre ospiti internazionali desiderosi di scoprire alcune delle migliori espressioni artistiche, paesaggistiche, storiche del Veneto. Il Veneto migliore!
Villa Sandi a Crocetta del Montello
La destinazione seguente è un’altra villa, stavolta del Seicento, dove ancora una volta si producono ottimi vini, tanto che essa è diventata sinonimo di vini veneti d’eccellenza: Villa Sandi a Crocetta del Montello.
Solo che ci arrivo stanchissima, provata da visite e degustazioni, ancora desiderosa di vedere tutto ma per fotografare l’ingresso e le prime sale, perdo la mia guida… e il gruppo.
Piove, essi riescono a sgattaiolare prima di me nel sottosuolo e, tra le trincee della Grande Guerra che cent’anni fa ebbe qui un fronte essenziale presso il fiume Piave, osservano gli ambienti adibiti all’affinamento dei vini con una ricchezza straordinaria di bottiglie.
Io li rincorro come posso, scendo pochi minuti dopo di loro ma là sotto c’è un vero e proprio labirinto di cunicoli dov’è difficile districarsi.
Riesco a vedere tutto ma con un ritardo che mi permette di riunirmi agli altri rincorrendoli quasi sempre, sfuggendo alle spiegazioni, osservando la sobria eleganza delle stanze anche ai piani superiori ma senza capire tutto o coglierne il vero spirito.
Vedo una bella collezione di moto d’epoca, antichi cimeli di caccia e tanti premi internazionali conferiti ai pregiati vini.
Il vero spirito che mi è chiaro è invece quello del Prosecco: riesco infatti a unirmi per il brindisi finale di gruppo con omaggio in tema, la migliore conclusione di un’intensissima giornata sulle strade del Veneto.
In Villa Sandi il prosecco è declinato nel modo più classico ma che i Moretti Polegato (la stessa famiglia che ha inventato la “scarpa che respira”) veste di un abito elegante adatto ai classici estimatori di questo fiore all’occhiello della mia regione, ma anche ammicca ai mercati internazionali.
Mercati con alti e bassi, dove però il prodotto di qualità ha sempre spazio e anzi diventa un ambasciatore del territorio e contribuisce alla sua fortuna: per questo ho sempre piacere nel sentire l’immediata associazione tra Veneto e Prosecco, che diventano quasi sinonimi e faranno da volano per l’economia locale supportandola verso nuovi prestigiosi traguardi.