Parte da Frascati il primo vino certificato blockchain

Tutelare le eccellenze del territorio italiano può essere fatto in vari modi, anche grazie all’aiuto dell’innovazione tecnologia, lo dimostra il progetto TrackIt, il primo a livello nazionale che utilizza il sistema di blockchain per tracciare un vino dal filare alla bottiglia, certificando tutte le informazioni che riguardano ogni fase della produzione, dall’origine delle uve alla bottiglia finale. Il risultato è quello di garantire la provenienza e la qualità del prodotto.

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Casale Vallechiesa Winery certifica il suo Roma Doc Rosso

Un progetto molto interessante che questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, è stato presentato nella tenuta di Casale Vallechiesa Winery di Frascati, perché è proprio quest’azienda che può vantare il primo vino interamente garantito da questo sistema.

Il vino per l’esattezza è un Roma Doc Rosso che sul collarino della bottiglia riporta il marchio della certificazione blockchain e un QRcode che consente al consumatore di controllare che quanto affermato dalle aziende sia del tutto vero, anche perché frutto di rigidi controlli sul prodotto. Il QRcode porta ad una landing page che presenta una sintesi di quelli che sono i dati certificati – questo per una miglior fruizione – ma che al tempo stesso consente di accedere direttamente all’intera certificazione.

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I vantaggi della certificazione blockchain

È con grande orgoglio che presentiamo oggi la tracciabilità in blockchain per il nostro Roma Doc Rosso – afferma Bruno Gasperini, promotore del progetto e Managing Director di Casale Vallechiesa Winery – Questo progetto rappresenta un grande passo avanti nella nostra costante ricerca della qualità e dell’eccellenza nella produzione del vino. La nostra azienda è da sempre impegnata nello sviluppo del territorio e grazie alla tecnologia blockchain, siamo in grado di valorizzare ancora di più le nostre radici in maniera sostenibile”.

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Una vera e propria garanzia, per il consumatore, sulla genuinità del prodotto, che lo protegge dalla pratica, purtroppo diffusa anche in ambito agro alimentare delle contraffazioni. Insomma, grazie alla certificazione blockchain il consumatore sa veramente cosa sta acquistando. Una tracciabilità che è importante soprattutto per il mercato estero perché il consumatore finale, sia esso un italiano espatriato o un cliente estero, cerca sempre più spesso – come hanno evidenziato studi di settore – la tracciabilità e la conoscenza della filiera. Tra le richieste dell’utente anche quello di avere prodotti tracciati per quanto riguarda la sostenibilità che includa anche la tutela ambientale in fase di produzione.

Vino Roma

La certificazione del Roma Doc Rosso per Casale Vallechiesa Winery è solo il primo passo: “in programma – prosegue Bruno Gasperini – c’è la volontà di certificare l’intera gamma di vini prodotti da Vallechiesa Winery, il prossimo sarà un Frascati Superiore”.

Vi racconto un aneddoto

Sul perché Casale Vallechiesa Winery abbia scelto di partire dal vino Roma Doc Rosso e non dal Frascati, come avrebbe voluto, c’è un aneddoto: durante una fiera di settore Gasperini ha visto delle persone vestite da antichi romani che vendevano un vino spacciandolo come vino Impero, il vino di Roma e il bello (si fa per dire) è che non era neppure un vino italiano.

Una valida arma contro la contraffazione

Questa è per le aziende una risposta alle esigenze di tutelarsi dal una concorrenza sleale e dalla contraffazione, soprattutto per quanto riguarda il mercato estero e – al tempo stesso – valorizzare il proprio prodotto e il proprio brand.

blockchain

Il blockchain rappresenta inoltre anche uno strumento utile per il marketing perché consente alle aziende di monitorare le ricerche dei consumatori, verificando quale parte della certificazione viene letta di più, quindi riscuote maggiore interesse, con una conseguente targhettizzazione del cliente.

Il consumatore cerca sempre più la trasparenza

Sondaggi recenti hanno evidenziato come le abitudini dei consumatori siano in continua evoluzione e abbiano meno rigidità di un tempo. Il 74% delle persone sostituirebbe brand famosi, o che utilizzano abitualmente, in favore di brand in grado di fornire maggiori informazioni e garanzie sui prodotti e le cui pratiche di produzione siano etiche, sostenibili, rispettose dell’ambiente e trasparenti.

Per ora siamo solo all’inizio, ma appare chiaro già come questo sia un sistema non alterabile e molto efficiente di tanti altri e che in futuro porterà alla migrazione di tutte le certificazioni.

Ad accompagnare la presentazione sono intervenuti: Presidente del Consorzio del Frascati Luigi Caporicci, l’Assessore all’Agricoltura del Comune di Frascati Claudio Cerroni e con loro Francesca Zadro, Responsabile del Team TrackIT blockchain di Agenzia ICE, l’Agenzia per il Commercio estero italiano, e Emanuela Caddeddu di Ernst & Young, azienda leader a livello mondiale che sta implementando il progetto di Casale Vallechiesa Winery.

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