A Roma ci sono tantissimi siti archeologici più o meno grandi, tra questi il sito archeologico di Grottarossa, che si trova vicino all’omonima fermata della linea Roma-Viterbo, all’altezza del VI miglio dell’antica via Flaminia.

Un’area archeologica poco conosciuta, ma non per questo poco importante.
Grottarossa, un po’ di storia
La vasta area verde si scorge anche percorrendo la via Flaminia, una volta superata Saxa Rubra, andando verso fuori Roma. Il sito, così come le vediamo ora è principalmente frutto degli scavi effettuati negli anni ‘80 per la realizzazione di un collettore dell’Acea. Con gli scavi successivi viene riportato la luce un tratto della via Flaminia, venne liberato dalla vegetazione – e restaurato – il mausoleo grande e fatta un’altra serie di scoperte, tra questa i resti di una fontana peschiera.

Succede spesso a Roma che le scoperte archeologiche avvengano casualmente in occasione di scavi per la realizzazione di altre opere. In quell’occasione grazie alle indagini compiute dalla Soprintendenza sono stati individuati alcuni edifici funerari e un grande complesso residenziale, del quale rimane solo una fontana monumentale, e un lungo tratto dell’antica via Flaminia che corre tra i mausolei. C’è però da dire che i due mausolei principali – quello cilindrico e quello a torre – erano già conosciuti, a questo proposito c’è una foto del 1888 che ritrae re Umberto I e sullo sfondo si vede il mausoleo a torre.

La storia archeologica di questa zona risale all’età del Ferro, d’altra parte il nome stesso di Grottarossa deriva dalla presenza di grotte di tufo rosso rinvenute presso la Flaminia e che sono state in un primo tempo abitazioni preistoriche e quindi in tombe e in epoca più moderna utilizzate anche in altro modo ad esempio come ricovero per animali o altro .
In epoca romana che qui sorse un’area urbanizzata, la Rubre citata da Marziale, e si ipotizza che è a questo che dobbiamo la presenza di una particolare concentrazione di edifici funerari, perché probabilmente il mausoleo apparteneva ad uno degli abitanti facoltosi che aveva la villa qui in zona.

Una data importante per questa zona è il 390 a.C., anno in cui Roma sconfigge Veio e si impossessa di questo versante, altra data significativa è il 220 a.C. con la costruzione della via Flaminia destinata a collegare Roma con l’odierna Rimini quindi con l’Adriatico settentrionale.
Si trattava di una via molto importante che ebbe il suo ruolo nella fortuna di Roma e della sua espansione, si sa che dalle strade romane l’esercito passava in maniera veloce e sicura. Poi una volta conquistati i territori, le vie diventavano le strade per il passaggio delle merci e della cultura.

Non serve aggiungere altro sulla loro rilevanza perché sappiamo che furono le opere edilizie più importanti di Roma, tant’è che ancora oggi molte strade moderne ricalcano del tutto o in parte gli antichi tracciati. Della Flaminia in questa zona rimangono diverse tracce sul territorio, oltre che nel sito di Grottarossa anche nella vicina via Vitorchiano, che dista circa un chilometro in linea d’aria. Qui nel 2008 è stato trovato un altro tratto di via per Flaminia con una serie di monumenti funerari tra i quali la cosiddetta tomba del Gladiatore, che poi era la tomba di un generale romano. Oltre a questa anche diverse lapidi e sepolture di militari, il che fa supporre forse vicino si dovesse trovare una caserma. Un altro tratto di Flaminia si trova anche a Saxa Rubra, dove c’è il centro Rai, e anche qui è presente un antico mausoleo.

A Grottarossa la situazione era diversa, si trattava di un complesso urbano residenziale, nell’area prossimamente verranno effettuati altri lavori di scavi per portare alla luce un altro tratto di via Flaminia e non è escluso che gli archeologi possano fare altre scoperte.
Monumenti funebri di Grottarossa
Anche se oggi vediamo solo due monumenti funerari, questi sarebbero quattro, degli altri due rimangono solo poche tracce.
Il mausoleo cilindrico

I monumenti che noi oggi vediamo sono un mausoleo cilindrico a tamburo su base quadrata. Il mausoleo risale alla seconda metà del primo secolo avanti Cristo originariamente era molto più alto di come lo possiamo vedere oggi.

Quello che noi vediamo è solo il nucleo in cementizio perché, come molti altri monumenti funebri romani, è andato perduto il rivestimento marmoreo, cavato per farne calce, un’attività che risale intorno al XIII secolo, come testimonia il ritrovamento di una brocchetta che risale a quell’epoca. Il materiale che rivestiva il mausoleo era un marmo chiaro, un marmo lunense.
Il mausoleo a torre

Era invece rivestito in peperino l’altro grande mausoleo a torre, la cui datazione è a cavallo tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C
Di questo edificio sappiamo che nel medioevo fu utilizzato come torre di avvistamento, una tipologia di edifici molto comuni in quell’epoca e disseminati un’ in tutto l’agro romano. Per assolvere questo scopo all’epoca fu aperta un’apertura per consentirne l’accesso.
Tomba a tempietto
Qui è stato trovato anche un monumento funerario a forma di tempietto, datato alla metà II secolo d. C, del quale oggi rimane solo il basamento. Il tempietto aveva decorazioni realizzate in laterizio sagomato ed era coronato da una raffinata cornice marmorea, una cosa piuttosto particolare. L’angolo sinistro del frontone oggi è visibile all’Antiquarium di Malborghetto, dove è stato ricomposto e conservato.
La domus romana e la fontana
Nell’area era presente anche una Domus romana tardo repubblicana che, grazie a un diverticolo, aveva accesso diretto alla via Flaminia.

Della villa ci resta solo una fontana monumentale che in passato era stata associata ad una peschiera, sappiamo infatti quanto i romani amassero avere nelle loro ville anche una zona dedicata all’allevamento dei pesci, famosa quella di Sperlonga nella grotta di Tiberio, ma non era certo l’unico caso. Ma non qui, questa è più semplicemente una fontana ornamentale che era inserita in un quadriportico che insieme rappresentavano rappresentavano una sorta di fronte monumentale sulla Flaminia.
Sappiamo che la fontana monumentale era decorata trovati con tutta una serie di elementi architettonici, oggi conservati al museo di Malborghetto e che, molto probabilmente, era sormontata da un ponte che consentiva di passare da una parte all’altra.

Altra curiosità è la presenza nella fontana di tracce di una malta particolare, resistente all’acqua, e di uno spigolo bombato che consentiva di resistere meglio alla pressione dell’acqua. Tutte caratteristiche comuni alle antiche fontane.
Pochi giorni prima della nostra visita a Roma c’è stata una bomba d’acqua che, a parte i danni che ha provocato in città, ci ha regalato la suggestione delle fontana piena d’acqua, una situazione non consueta.
Via Flaminia antica

Della via Flaminia vi ho già detto che fu costruita nel 220 a.C. e che collegava Roma a Rimini. Una via importante che consentiva, come accadeva spesso nelle vie romane, il transito dei carri in entrambi i sensi di marcia. Uno studio delle tracce delle ruote dei carri ha dimostrato che questi avevano un interasse di circa un metro, elemento che confrontato con le dimensioni della via lo confermano.

La via aveva anche uno spazio riservato ai pedoni e sui cigli laterali sono presenti pietre più alte che servivano, come fossero un gradino, a facilitare la salita e la discesa.
Che la Via Flaminia Antica abbia anche un’importanza storica non si discute, forse non sapete che questo basolato ha visto il passaggio dei soldati che combatterono l’epica battaglia di Ponte Milvio, quella che vide l’esercito di Costantino combattere contro quello di Massenzio. La battaglia (312 d.C.) che vide la vittoria di Costantino e aprì la strada al trionfo del Cristianesimo
Come visitare il sito di Grottarossa

Oggi il sito archeologico di Grottarossa è visitabile gratuitamente, grazie ad un progetto di valorizzazione promosso dalla Soprintendenza Archeologica di Roma. L’unico problema è che bisogna aspettare le aperture straordinarie, per sapere quando sarà la prossima visita tenete d’occhio la pagina della Sovrintendenza Speciale