L’Antica Monterano è una delle città fantasma più affascinanti da visitare nel Lazio. Un fascino che non è sfuggito al cinema che ha scelto spesso Monterano come location per molti film italiani e stranieri.

Ci troviamo nella zona della Tuscia, non molto lontano da Roma all’interno della Riserva Naturale Regionale di Monterano, nel comune di Canale Monterano, tra i monti della Tolfa ed il lago di Bracciano.
Dove si trova Monterano

I resti dell’antico borgo di Monterano sorgono su una collina tufacea bagnata dal fiume Mignone e dal Fosso del Biscione, chi sceglie di visitare il borgo sa che deve indossare scarpe comode, perché con la macchina si arriva fino ad un ampio parcheggio e poi si procede a piedi. Non si tratta di un percorso particolarmente lungo, quel che basta per farvi immergere nel paesaggio e prepararvi all’entrata in città.

Cosa vedere a Monterano
Il primo incontro importante che si fa è quello con i resti di un maestoso acquedotto antico – realizzato da enormi massi incastonati senza calce – che si innalza su arcate alte circa 9 metri e che supera, complessivamente, i venti metri di altezza. Non si tratta di un acquedotto romano, fu infatti realizzato nel XVII secolo, ma questo basta a farvi rendere conto che visitare Monterano significa fare, per molti aspetti, un viaggio che sembra portare fuori dal tempo, in un luogo che ha anche il fascino del mistero.
Quando ancora non era presente l’acquedotto gli abitanti si approvvigionavano direttamente dal fiume e da una serie di cisterne scavate nel tufo dove l’acqua veniva conservata.
Attorno a questo acquedotto c’è anche una leggenda che lo vuole costruito dal diavolo e che, proprio per questo motivo, è chiamato anche “Ponte del diavolo“. La leggenda vuole che furono gli stessi abitanti a rivolgersi al demonio, che chiese in cambio un sacrificio umano. Il ponte, come promesso, fu costruito in una sola notte, ma il diavolo non ottenne quanto richiesto e per vendetta lancio una maledizione su Monterano alla quale poi fece seguito prima un’epidemia di malaria, poi la devastazione per mano dell’esercito francese.

Leggende a parte, chiunque viene qui rimane a dir affascinato dalla suggestione di questo luogo e dalla bellezza dei suoi resti. Tra tutti il convento di San Bonaventura con la sua la chiesa, firmata dal Bernini, immortalata anche “Il Marchese del Grillo” di Mario Monicelli, con l’amato e indimenticabile Alberto Sordi. Avete presente la scena di Don Bastiano, il prete pazzo interpretato da Flavio Bucci? Ecco, la chiesa è propria quella, con tanto di fico bicentenario al suo interno. Un fico così importante del quale hanno parlato anche i giornali quando, lo scorso anno, è crollato sotto il peso degli anni, troppi per un fico, per fortuna senza recare danni alla chiesa.

Del Bernini anche la cascata con le statue del Leone che fa zampillare l’acqua dalla roccia del castello Orsini-Altieri e la fontana ottagonale di San Bonaventura, posta proprio davanti alla chiesa. Quelli che vediamo quando andiamo a visitare il borgo però sono solo una copia, gli originali sono conservati – rispettivamente – all’interno del palazzo comunale di Canale Monterano e sulla piazza antistante.

Bernini costruì anche un loggiato con sei arcate che andava ad unire le due torri del Castello ed è proprio alla base della pareti sovrastata dal loggiato che Bernini realizzò la Fontana del Leone.
Tra le altre cose da visitare a Monterano ci sono i resti delle due chiese, quella di Santa Maria Assunta e quella di San Rocco.

Della chiesa di Santa Maria Assunta restano solo pochi ruderi, sovrastati da un alto campanile di 14 metri.
In condizioni decisamente migliori la chiesa di San Rocco, protettore dei viandanti e dei malati. Una piccola chiesa a navata unica al cui interno si trovavano con due cappelle, particolarità di questa chiesa il fatto che qui si celebrasse la messa una sola volta all’anno: il 16 agosto, giorno di S. Rocco.

Entrambe le chiese si trovano vicino al castello. e ancora resti di antiche abitazioni immerse nella natura.
Monterano, pagine di storia
La storia di questo territorio è molto antica, sappiamo che fu abitata già durante l’età del Bronzo (XI a.C), anche se i momenti più significativi della sua storia sono legati all’epoca etrusca, della quale troviamo resti di tombe. Come ho avuto già modo di raccontarvi, a proposito della Caldara di Manziana, questa era anche la zona legata e consacrata al dio etrusco dell’oltretomba Manth (il latino Mantus).

Successivamente il borgo ebbe una certa importanza anche in epoca altomedievale, e poi conobbe un momento di particolare fortuna nel XVII quando – grazie alla presenza di importanti famiglie nobiliari (Anguillara, Colonna, Della Rovere, Orsini) in particolare quella degli Altieri, imparentata con papa Clemente X – Monterano diventò una sorta di piccola capitale barocca.

Le cose poi cambiarono con la fine del Settecento i suoi abitanti lasciarono Monterano e si trasferirono altrove perché malaria e francesi fanno parte della storia e furono proprio le truppe francesi, prendendo come pretesto una lite tra Monterano e Tolfa per un carico di grano, a saccheggiare e incendiare Monterano. Un pretesto che serviva a nascondere il vero motivo, ovvero una sorta di punizione da infliggere agli abitanti di Monterano per la loro ostilità nei loro confronti.

Trekking a Monterano
Monterano è anche un’ottima destinazione per chi ama fare trekking. Anni fa quando accompagnavo i gruppi in escursione questa era una delle mete che proponevo spesso.
Completata la visita del borgo basta allontanarsi un po’ dai resti dell’abitato per immergersi in una natura pronta a stupirvi con l’alternanza di passaggi suggestivi fatti di tufo, corsi d’acqua – con tanto di rapide e cascatelle – una solfatara e resti di necropoli etrusche.

Un trekking che può essere più o meno lungo, a voi la scelta. Una volta completata la visita al borgo fantasma si può proseguire con un trekking lungo il fiume. Basta prendere il sentiero che scende fino a raggiungere il corso d’acqua e proseguire seguendone un percorso ad anello (sentiero giallo) della valle del Mignone che si snoda per una decina di chilometri. Questo percorso ha una difficoltà medio/facile e un dislivello di 200 metri in salita e 150 in discesa.
Per chi invece ha ancora voglia di camminare, ma non troppo, una valida alternativa è quella di optare per una semplicissima deviazione che, con una breve passeggiata, porta alla solfatara di Monterano, qui troverete un ambiente molto diverso, ma altrettanto suggestivo.
Chi sceglie di fare questa escursione nella bella stagione, quando le giornate sono più lunghe, prima di tornare a casa può raggiungere la Caldara di Manziana o la faggeta vetusta di Oriolo Romano per prolungare il piacere di camminare a stretto contatto con la natura
Tutte destinazioni che, così come Monterano, sono visitabili gratuitamente.
Film girati a Monterano
Il Marchese del Grillo è solo uno dei tanti film girati a Monterano, solo per fare qualche esempio Ben-Hur, Il vangelo secondo Matteo, Ladyhawke, Speriamo che sia femmina, Brancaleone alle crociate, Demoni, Antropophagus, I tre volti della paura, Guardie e Ladri e Così fan tutte. Ma non finisce qui, la storia d’amore tra Monterano e il cinema continua, anche durante la mia ultima visita c’era un troupe americana intenta a girare le scene di una fiction.

Ma perché tutto questo successo come location?
I motivi sono tanti, non ultima la relativa vicinanza a Roma e agli studi di Cinecittà, il che consente di ridurre notevolmente i costi delle riprese. A questo elemento, spesso molto importante per il cinema italiano, si aggiunge una natura incontaminata ricca di scenari storico-naturali in grado di interpretare di volta in volta un luogo diverso.