Whale watching in Islanda

L’emozionante incontro con le balene

14 agosto 2012

Whale Watching a Husavik

Questa era una giornata molto attesa da tutti, il giorno dedicato al whale watching, poi trasformato in una corsa all’inseguimento dell’escursione.

Il primo tentativo lo abbiamo fatto a Olafsfjordur, meno turistico e più economico.

Peccato che siamo arrivati alle 10,15, esattamente un quarto d’ora dopo la partenza dell’ultima barca.

Per nulla scoraggiati siamo partiti alla volta della vicina Dalvik.

Qui però le partenze sono il pomeriggio e non potevamo certo aspettare, anche perché l’uscita dura tre ore e vedere le balene a Dalvik avrebbe significato saltare le cascate di Godafoss, cosa che non voleva nessuno.

Ultimo tentativo Husavik

Eravamo tutti un po’ perplessi. Che fare? La risposta è arrivata dopo due telefonate ad altrettante compagnie di Husavik che organizzano uscite di whale watching.

Husavik è decisamente più turistica e viste le maggiori richieste, ogni giorno ci sono diverse uscite. 

Abbiamo deciso di prenotare la partenza delle 15,15, questo ci avrebbe assicurato sia la visita delle cascate che la garanzia dei posti riservati.

Balenottera minore

Il programma si è svolto come previsto e siamo arrivati ad Husavik in tempo per la partenza della barca.

A questo punto vi starete chiedendo se alla fine sia stata fruttuosa, cioè se le balene le abbiamo viste.

La risposta è sì, ma l’incontro è stato sicuramente molto diverso da quello che appare sui volantini.  

Insomma le balene ci sono ed essendo mammiferi hanno bisogno di respirare, quindi quasi sicuramente le vedrete. Quello che assicurano sono avvistamenti al 98%, ma non aspettatevi salti spettacolari davanti alla barca o balene che si avvicinano per salutarvi con la coda. Insomma, niente immagini da documentario  National Geographic!

Abbiamo visto due balenottere comuni, o meglio le loro schiene e le pinne di altri cetacei non ben identificati, tanti gabbiani e pulcinelle di mare.

Il tutto sfidando le intemperie. 

L’abbigliamento che indossiamo sulla barca, infatti, non è certo solo per farci le foto! Appena usciti in mare aperto infatti di acqua ne abbiamo presa a secchiate!

Un’escursione decisamente umida
L’emozione di un avvistamento

Niente a che fare con l’esperienza che ho fatto in Canada o le balene che ho visto in Sudafrica, però è apprezzabile che l’Islanda, uno degli unici tre Paesi al mondo che ancora pratica la caccia alla balena, si renda conto che anche una balena viva può essere fonte di reddito. 

Stop alla caccia alle balene

Vorrei sperare che presto anche Islanda, Norvegia e Giappone smettano di cacciare balene. So che è una speranza vana, ma almeno lasciatemi sperare che ci siano più turisti che scelgano di spendere soldi per tentare di vedere una balena viva, piuttosto che morta, ridotta ad uno spiedino in un piatto.

Sarà pure un “piatto tipico” islandese, ma NON DIMENTICATE MAI che le balene sono in via d’estinzione e per questo motivo non vanno mangiate. E non nascondetevi dietro la scusa ipocrita che “tanto è già morta”: se l’offerta non è supportata dalla domanda, cade anche l’offerta.

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