Yaxchilán – la città perduta tra Messico e Guatemala

Yaxchilán  si trova in Messico, nello stato del Chiapas, vicinissimo al confine con il Guatemala e sorge su un’ansa del fiume Usumacinta che segna il confine tra Messico e Guatemala. Per raggiungere Yaxchilán è necessario prendere una lancia da Frontera Corozal.

cosa vedere a Yaxchilán

Pensate che la navigazione lungo il fiume dura circa un’ora, quindi vanno calcolate due ore solo per il viaggio andata e ritorno e questo ne fa un sito poco semplice da raggiungere. Ecco perché è un po’ al di fuori dalle rotte turistiche.  

La cosa carina è che durante la navigazione è possibile vedere diversi animali che vivono in questo ambiente. La lancia scivola sull’acqua seguendo il favore della corrente e questo fa si che talvolta la lancia si trovi a navigare sulla sponda guatamalteca. Io questo l’ho considerato di buon auspicio per un nuovo viaggio, proprio in Guatemala.  

Per raddoppiare l’avventura si può abbinare la visita di Yaxchilan con il sito di Bonampak e un’esperienza di rafting sul fiume Lacanjá.

Barca per arrivare a Yaxchilán

A me questo arrivo un po’ avventuroso è piaciuto molto eppure per qualcuno è un limite. Ecco perché, nonostante sia un sito archeologico molto importante, rispetto a tanti altri è meno frequentato. Una volta arrivati d nuovo a terra si prende il sentiero che porta verso le rovine.

Un percorso sicuramente molto affascinante, un po’ fuori dal tempo, ma non certo quello che cerca un turista frettoloso, ecco perché Yaxchilán è in genere scelta dai viaggiatori che non si fermando davanti ad una difficoltà di percorso.

La guida di Yaxchilán

Un sito archeologico “perso” nella giungla

Il fascino di Yaxchilán è dato anche dal fatto che sembra un luogo perduto nella giungla, con tanto di scimmie urlatrici, anche se a dire il vero noi non le abbiamo viste, abbiamo solo sentito i loro ruggiti. Non ci sono dubbi che a rendere più interessante la visita di Yaxchilán è anche dato dal tragitto, tra fiume e terra, necessario a raggiungerla.

Anche se Yaxchilán sembra un po’ perso nella giungla, oggi troviamo comunque un sito archeologico ben organizzato, con una buona segnaletica che consente al visitatore di muoversi in autonomia e cartelli in più lingue, non ci sono in italiano, ma tra inglese e spagnolo molto sono fruibili. Volendo è anche possibile avvalersi dell’aiuto di una guida ufficiale del sito, cosa che abbiamo fatto noi perché questo è senza dubbio il modo migliore per visitare Yaxchilán.

Yaxchilán: un po’ di storia

Nonostante la sua antica importanza, in epoca moderna si era perso il ricordo di questo sito. Fu riscoperto solo a fine Ottocento quando l’archeologo tedesco, Edwin Rockstroh, arrivò qui per primo.. A quel tempo il sito era sotto la giurisdizione del Guatemala, Paese in cui l’archeologo tedesco aveva concentrato i suoi studi sul Guatemala. E Rockstroh arrivo a Yaxchilán nel 1881 proprio partendo dal Guatemala e le diede il nome di Menché, che in lingua maya significa albero verde. Dopo di lui, l’anno successivo, arrivo anche l’inglese Alfred Maudslay, fu, con l’autorizzazione delle autorità del Guatemala, inviò a Londra importanti alcuni reperti, ancora oggi conservati al British Museum.

Fu un austriaco Teobert Maler, che arrivò e lavorò qui (1897-18900) dopo il francese Désiré Charnay, che ribattezzò sito Yaxchilán, che in lingua maya significa pietre verdi.

Yaxchilán visse un periodo di grande splendore, il cui apice fu toccato tra il 681 e l’800 d.C. poi. Un periodo importante che vide Yaxchilán dominare tante altre piccole città come ad esempio Bonampak e stringere importanti alleanze. Sappiamo anche che nel 654 d.C. fu impegnata in una battaglia contro Palenque 

Poi, improvvisamente, la città fu abbandonata. I motivi che portarono a questo non ancora chiariti. Una sorte simile a quella accaduta ad altri siti, come Teothihuacan Xochicalco, delle quali vi ho già parlato.

Pietra con scolpito il giaguaro

A raccontarci la storia di Yaxchilán e delle sue dinastie dei giaguari sono alcune iscrizioni che hanno tramandato fino a noi molte più informazioni di tante altre popolazioni Maya. A proposito di giaguari questo è un’immagine ricorrente qui a Yaxchilán che lo troviamo in diversi edifici e stele.

La città si estende su una superficie piuttosto estesa, anche se la visita è limitata solo ad alcuni edifici

rovine

Tra i più importanti c’è il cosiddetto El Labirinto, un dedalo di passaggi dove si trovano anche dei pipistrelli, che trovano rifugio sotto il tetto. Durante questo percorso vi sarà utile, se non indispensabile, avere una torcia che vi aiuti a muovervi tra i vari corridoi bui. Uscendo dall’edificio vi troverete nella Gran Plaza sulla quale si affacciano due importanti edifici.

El labirinto a Yaxchilán

Il tempio meglio conservato di Yaxchilán è il cosiddetto Edificio 33 da osservare qui le incisioni, tra queste alcune decorazioni che riproducono il tema del gioco rituale della palla.

edificio 33 di Yaxchilán

Nelle architravi si nota anche l’immagine di Pajaro Jaguard IV decapitato. Questo è legato anche ad una leggenda che racconta di giaguari celestiali che devasteranno il mondo quando Pajaro Jaguard ritroverà la sua testa

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